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IL MESSAGGERO Pjanic e Dzeko, Roma da sogno

Pjanic
Pjanic

(U. Trani) – Sarà pure presto, essendo solo la seconda giornata, ma il vento sembra davvero cambiato. La Roma supera meritatamente la Juve e lascia i campioni d’Italia sul fondo della classifica. Senza punti e chissà con quale futuro. Garcia finalmente vince contro laJuve (al quinto tentativo, dopo 3 ko e 1 pari: l’unico successo in Coppa Italia) e si toglie il gusto di battere l’ennesimo record da quando è in Italia. Mai i bianconeri, in serie A, avevano perso le prime 2 gare del torneo. Ma lo scontro diretto dell’Olimpico va oltre le statistiche che premiano i giallorossi. Allegri, prima caduta davanti al francese, fatica a trovare la quadratura del gruppo e, alla lunga, il ritardo può incidere nel duello con la rivale che, nonostante sia ancora incompleta in difesa, oggi è più squadra. Anche perché ha il centravanti: Dzeko ha subito lasciato il segno. Con Totti, per la seconda partita di fila in panchina, ad applaudirlo. Mancano tantissimo, invece, Pirlo, Vidal e Tevez. Scontato, ma vero.

LOGICA E SEMPLICE – Garcia è stato coerente. Ha bocciato la Roma della prima di campionato contro il Verona. Fuori il pupillo Gervinho e dentro Iago Falque nel tridente offensivo. E’ la mossa che più ha inciso sulla prestazione dei giallorossi. Perché la Juve, nel primo tempo, non ha mai concluso nello specchio della porta: non accadeva dal 2004-2005. Davanti a Szczesny, il 4-3-3 è sicuramente ordinato. Merito degli interpreti. In fase difensiva dà l’idea del 4-4-1-1, con Salah rapido a ripartire, appoggiandosi ai muscoli e ai centimetri di Dzeko. Iago Falque si allarga a sinistra e Pjanic aiuta a destra. Gli altri 2 interventi in partenza sono De Rossi per Castan al centro della difesa (come il 22 aprile 2012, con Luis Enrique e accanto a Kjaer: a Torino, però, finì 4 a 0 per la Juve), con Keita dentro da regista, e il debuttante Digne per l’infortunato Torosidis. La linea a 4 regge bene. Mandzukic non si vede, Dybala gira al largo.

A SENSO UNICO – La Roma gioca e sceglie il solitario almeno fino alla metà del primo tempo. La Juve si difende e basta. Allegri schiera 5 sentinelle davanti a Buffon e chiede il sacrificio ai 10 giocatori costringendoli stare sotto palla. Ma nessuno ha la forza di accendersi in contropiede. Nè i due laterali Lichtsteiner ed Evra, nè Pogba e Sturaro. Padoin soffre il pressing di Pjanic. Rizzoli non concede il rigore evidente ai giallorossi, dopo 40 secondi, per il fallo di Mandzukic su Florenzi. Pjanic prende il palo interno da fuori area. Il possesso palla, all’intervallo, è quasi del 68 per cento: il gruppo di Garcia ha la situazione sotto controllo. A fine gara sarà solo leggermente calato: 62,7 per cento. I bianconeri, senza qualità, risultano scontati nel fraseggio. Ma anche fisicamente annaspano. Caceres, in campo dall’inizio per Barzagli, svirgola con il destro all’alba della ripresa. La Juve proprio non entra in partita e non riesce a spaventare la Roma.

BOSNIA AL POTERE – Che si accende con i suoi due nazionali bosniaci. Prima di mettere il timbro sul successo, si scaldano con il tiro al bersaglio. Pjanic ci prova di sinistro nel cuore dell’area bianconera, Dzeko lo imita con lo stesso piede, calciando però da posizione decentrata. Buffon tiene in piedi l’intera baracca che sta per crollare. Bussa la prima volta Pjanic su punizione, carezza di destro e 1 a 0. Si presenta davanti alla porta pure Dzeko: colpo di testa e 2 a 0. Il centravanti corre a braccia aperte verso la Sud. Contatto da brividi, anche nel pomeriggio della protesta silenziosa dei tifosi.

ALLE CORDE – Tra le 2 reti, Allegri rivede le scelte. Dentro Morata per Mandzukic, Pereyra per Lichtsteiner e Cuadrado per Padoin. Il tentativo di passare alla difesa a 4, con moduli buttati là come coriandoli, 4-3-1-2, 4-3-3 e 4-2-3-1, e spazzati via dalle furie giallorosse. In 3 minuti, proprio prima della rete di Dzeko, Evra fa due falli, su Pjanic e quello decisivo su Iturbe che Sabatini nega al Genoa e Garcia usa come cambio numero 1, fuori Salah. Keita si distrae e perde palla. Pereyra invita in area Dybala, a segno in solitudine prima del recupero: 2 a 1. Dentro pure Ljajic per Iago Falque e Ibarbo per Dzeko. Szczesny è strepitoso sul colpo di testa di Bonucci. Vola il portiere, proprio come la Roma, mai così spigliata e coinvolgente nel 2015.

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