(A. Austini) – Quattro anni durissimi vissuti sempre in prima linea, un mercato più complicato del previsto in corso, una quinta stagione alle porte con la solita, inevitabile pressione da sopportare. Walter Sabatini non può certo fermarsi ora e non lo farà neppure alla fine dell’estate. Alla Roma lo lega un contratto fino al 2017, ma la stanchezza inizia a farsi sentire, insieme ai costanti dubbi di un uomo tormentato di natura. E allora sarà utile un confronto, già programmato, tra il direttore sportivo e la proprietà al termine della campagna acquisti-cessioni. Per andare avanti insieme con reciproca convinzione.
Fino a quando? Di sicuro il diesse non vuole abbandonare la nave nel mezzo della stagione, consapevole che senza di lui verrebbe meno tutta la struttura tecnica che sorregge Trigoria. E nessuno, Pallotta incluso, ha mai pensato di sostituirlo. Quindi l’eventuale divorzio anticipato sarebbe una decisione personale di Sabatini, che prima di lasciare la Roma ci penserà mille volte.
Cosa lo tormenta, allora? Il mercato, innanzitutto, è diventato più difficile del previsto e solo ora sta vedendo la luce. Partito con l’obiettivo di riparare agli errori di gennaio, di cui si è dichiarato il principale responsabile, era riuscito a vendere prima del 30 giugno (scadenza decisiva per un bilancio sotto la lente dell’Uefa) Gervinho all’Al Jazira, Doumbia in Cina e Destro al Monaco. Poi in pochi giorni i tre affari sono sfumati. Andranno comunque via entro agosto, ma a condizioni diverse.
Questo non ha impedito alla Roma di riscattare Nainggolan, prendere Iago Falque, Szczesny, Salah (in attesa del transfer) e confezionare il colpo Dzeko. Arriveranno anche un terzino sinistro di livello e forse un paio di ritocchi, poi per far quadrare i conti la probabile cessione di Romagnoli. Il talento romano è stato un motivo di discussione tra Sabatini e Pallotta, con quest’ultimo inizialmente non del tutto convinto sull’opportunità di perdere un ragazzo così promettente. Ma il diesse si è sempre mosso come «spirito libero» e sopporta a fatica le intromissioni nel suo lavoro, ultimamente più frequenti da parte degli americani, mentre ha chiesto e ottenuto uno staff di scout che lo affiancano a Trigoria. Luci e ombre di un rapporto che adesso ha bisogno di essere rinsaldato.