(E. Menghi) – Se la maestà lesa ti perdona e, anzi, si dice pronta ad incoronare il suo futuro erede, pur senza fare nomi, allora il caso è chiuso. La maglia numero 10 è come una seconda pelle per Totti, ma il capitano non si è offeso nel vedere il nome di Gerson stampato sulla divisa giallorossa e ha voluto calmare i tifosi che se la sono presa con il diciottenne, sbarcato ieri mattina poco prima delle 7 a Fiumicino con un volo proveniente da Rio, reo di aver pubblicato una fotografia in cui mostrava entusiasta il regalo della società. Non voleva certo apparire oltraggioso, Totti è stato per lui un motivo per venire nella capitale. E, per caratteristiche, Gerson è colui che in futuro potrebbe effettivamente vestire quel numero 10 tanto amato dai brasiliani.
Per ora, dovrà accontentarsi di veder giocare l’originale, stasera nell’Opening Day lo farà dalle tribune dell’Olimpico, dopo aver svolto in mattinata le visite mediche di rito. Fino al prossimo luglio non potrà essere tesserato perché extracomunitario e, al termine dell’amichevole con il Siviglia, farà ritorno al Fluminense, poi a gennaio potrebbe essere girato in prestito per sei mesi al Bologna, oppure allenarsi con la squadra come fece il Milan con Pato e Thiago Silva. La benedizione di Totti, comunque, se l’è guadagnata: «La maglia numero 10 è la mia seconda pelle, ma tutti dovranno avere la possibilità di cullare il sogno di indossarla e soprattutto di onorarla e portarla fino a raggiungere i migliori traguardi sportivi. L’augurio più grande che posso fare è di scambiarla un giorno con un grande campione come Messi. Domani (oggi, ndc) si riparte tutti insieme per la nostra Roma: facciamo subito innamorare di questa città e dei nostri colori chi è arrivato, in modo particolare i più giovani».
Pallotta un anno e mezzo fa aveva assicurato che «la 10 sarà senza dubbio ritirata», ma Totti ha di fatto comunicato la sua volontà di lasciarla ai posteri. Magari proprio a Gerson, difeso con rabbia daSabatini: «Sono l’unico responsabile del perché questo ragazzino ha la maglia numero 10 in mano. Gliel’ho data io per convincerlo. Visto che non ci ha scelto per soldi, ho trovato altri argomenti e uno è proprio Totti, ovvero il meglio che la Roma possa offrire a livello internazionale. Rispettatelo. Basta scatenare ogni volta un’arringa su chi tocca Francesco. Noi lo accompagneremo per tutta la vita, se lui vorrà. La Roma non può essere vittima di agguati quotidiani». In serata Gerson ha aggiunto: «Il 10 mi è stato regalato, non è mio, è un errore». E ha cinguettato il suo primo «forza Roma».