(G. Giubilo) – E un motivo di orgoglio per la Capitale del mondo. Considerazioni amare, nell’attingere alla cronaca quotidiana, che ci colma di sgrad evoli sorprese. Un ragazzino brasiliano, che ha i numeri per diventare un fuoriclasse, arriva a Trigoria e riceve in regalo da Walter Sabatini la maglia del capitano, una leggenda, del campione che non vede l’ora di abbracciare. Quella maglia la indossa con orgoglio e commozione. E così diventa agli occhi di una legione di imbecilli un sacrilego da mandare al rogo come Giordano Bruno. Essere ottusi non è un reato e dunque restano tutti a piede libero, c’è la gente per bene, quella che vorrebbe i figli con sé allo stadio. Per divertirsi, scacciando ogni tentazione di violenza. Vorrebbero indurre alla resa la società, mai un cedimento verso i delinquenti, spontanei o prezzolati. A gettare fango su Roma, anche quei gentiluomini che hanno insultato i familiari di Alessio Romagnoli. Con tanto di minacce di morte a un ragazzo che ha consentito alla Roma una plusvalenza da record. Dicono che da bambino fosse laziale. Mai perdere l’occasione per dare nuova linfa alla vocazione all’odio. Secoli di civiltà, da queste parti, sembrano essere passati invano.