(A. Bocci) – Ci pensa Pellè, come all’andata. Un golletto misero e irregolare, in mezzo ad una partita complicata, tirata, sofferta, che gli azzurri sbloccano a metà ripresa con un colpo di… gomito dell’«italian stallion», come lo chiamano i suoi tifosi del Southampton. Un flash che ci toglie dai guai, permette all’Italia di festeggiare la prima vittoria del 2015 e anche il primo posto nel girone di qualificazione a Euro 2016 a spese della Croazia fermata sullo 0-0 in Azerbaigian.
Ma le ombre restano. Il primo tempo è deludente, la ripresa un po’ meglio grazie all’inserimento di Candreva (suo l’assist), alla crescita non esaltante ma concreta di Darmian sulla fascia destra, alle geometrie di Verratti più dentro il gioco dopo un primo tempo vuoto, all’intensità generale di una squadra in sofferenza ma che almeno mostra la voglia di arrivare in fondo.
La strada verso una Nazionale di qualità è lunga e anche se ritroviamo la vittoria dopo quattro partite, Conte è atteso da un duro lavoro. L’approccio è inquietante, così come la gestione dei minuti finali. Malta tiene testa agli azzurri sino al novantesimo: solida, veloce, fa girare bene la palla e con il nigeriano Effiong mette in crisi la lenta difesa azzurra.
Lo spettacolo è deludente. Gli assenti per una volta hanno ragione. È una notte strana, umida, appiccicosa e senza tifo. Le curve sono vuote, i contestatori di Conte sono rimasti a casa e i cento maltesi presenti nel curvino dello stadio gridano più dei diecimila tifosi italiani. La partita è una strada in salita perché Malta, come aveva previsto il nostro commissario tecnico, gioca con nove uomini dietro la palla e con due linee molto strette per chiudere gli spazi.
Per scardinare il bunker di Ghedin servirebbe molto più di quello che gli azzurri fanno vedere. L’Italia è lenta, confusa, morbida nell’approccio, imprecisa. Soprattutto non ha niente del furore e dell’intensità che sono le caratteristiche delle squadre di Conte. Pirlo pasticcia, Verratti gira su se stesso, Bertolacci conferma in azzurro i disagi mostrati nel Milan.
Il centrocampo è il reparto peggiore. Ma anche gli altri non brillano. Bonucci e Chiellini, i totem della difesa, soffrono le accelerazioni del nigeriano Effiong, che con un diagonale piazzato fa venire i brividi a Buffon, mentre Darmian e Pasqual si limitano al minimo sindacale sulle corsie esterne. Gli attaccanti sono abbandonati al proprio destino: Pellè si sforza a lottare dentro l’area maltese e si fa almeno apprezzare nel gioco di sponda; Gabbiadini è protagonista di un paio di fiammate e niente più. Eder, l’uomo più atteso, vive ai margini della partita sino al tramonto del primo tempo quando con una bella penetrazione si infila centralmente e sfiora il palo con un destro secco.
L’Italia chiude il misero primo tempo con un solo tiro nello specchio della porta avversaria (di Bertolacci deviato da un difensore). Nella ripresa gli azzurri riescono ad accelerare il ritmo e a sfruttare meglio le fasce. Darmian ha due buone occasioni, Gabbiadini colpisce l’incrocio dei pali, Candreva appena entrato serve l’assist a Pellè: il gol ci lancia al primo posto in classifica . Ma la figuraccia resta.