(G. Piacentini) – All’uscita dalla clinica Villa Stuart è sembrato sollevato, quasi sereno, per quanto possa esserlo un calciatore operato per la terza volta al legamento anteriore dello stesso ginocchio (il sinistro) negli ultimi 18 mesi. Kevin Strootman è stato dimesso ieri pomeriggio e dopo tanti dubbi e mille incertezze, finalmente le notizie che filtrano sulle sue condizioni sono positive.
Senza voler bruciare a tutti i costi le tappe e affrettare il recupero, le prime «proiezioni» parlano di una possibile ritorno in campo tra febbraio e marzo. Sono i tempi previsti dal protocollo di recupero italiano, quello stabilito dal professor Mariani e dallo staff romanista capitanato da Ed Lippie, mentre dopo la prima operazione si era affidato a quello olandese, più conservativo e dai tempi più lunghi.
Dopo alcune settimane di fisioterapia – ha già cominciato ieri quando era ancora in clinica dopo essersi sottoposto ad una risonanza magnetica -, lo step successivo sarà quello di tornare gradualmente a lavorare sul campo, più o meno 40 giorni dopo l’operazione, cioè nella prima metà di ottobre. Strootman, che ogni due settimane sarà controllato da Mariani, già oggi sarà a Trigoria a lavorare insieme allo staff giallorosso. Ad aspettarlo Rudi Garcia e i dirigenti, che nei giorni scorsi sono andati a trovarlo insieme a quasi tutti i compagni di squadra. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Morgan De Sanctis. «Kevin sta bene – le sue parole – l’ho visto carico e tornerà più forte di prima».
Chi non sta per niente bene è Elio Capradossi, entrato in stampelle a Villa Stuart proprio mentre Strootman usciva. Il difensore giallorosso si è infortunato con l’Under 20 nella gara contro la Germania. Il responso degli esami è stato pesantissimo: lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Anche lui sarà operato dal professor Mariani nei prossimi giorni. Chi non ha invece nessun problema è Edin Dzeko: il centravanti, a segno nella gara persa dalla Bosnia contro il Belgio di Nainggolan, aveva subito un colpo alla mano destra che lo aveva costretto ad una fasciatura protettiva. In un primo momento si temeva una frattura, ma il rischio è stato scongiurato dallo staff medico della nazionale bosniaca.