(M. Cecchini) – A 16 anni, tutto sommato, è vero che la vita può cambiare in un attimo. Può bastare il bacio di una ragazza, la lettura di un libro, il regalo di una chitarra per spostare più o meno impercettibilmente l’asse di un’esistenza. E così, in fondo, la prima sfida ufficiale tra Frosinone e Roma nasce da lontano. Dai due leader, ad esempio. A 16 anni appunto Francesco Totti – capitano dei giallorossi – esordiva in Serie A, mentre alla stessa età Roberto Gucher – capitano dei gialloazzurri – vede incepparsi per questioni burocratiche il suo trasferimento all’Aston Villa, in Premier League, restando così nel Grazer. Quella «sliding door» verso la gloria per lui si è chiusa lì, almeno fino a questa stagione, quando ormai al 24enne austriaco è stata ridata una ribalta importante.
DERBY? NO GRAZIE – A pensarci bene, una partita del genere – al netto delle ambizioni di salvezza e scudetto – sembra essere davvero il paradigma del testacoda. Basti pensare che il Frosinone, nel campionato in cui Totti esordiva in Serie A, concludeva malinconicamente il proprio torneo al 13° posto nel Campionato Nazionale Dilettanti. Ma il tempo ha avuto un’accelerata per tutti e così la prima sfida ufficiale fra le due squadre ha acquisito quarti di nobiltà. Parliamo di sfida perché la definizione di derby sembra avere effetti collaterali su entrambi i fronti. A Roma il derby è considerato solo quello con la Lazio (così come a Milano solo quello tra Milan e Inter), mentre a Frosinone – che ha anche due folte colonie di tifo biancoceleste e giallorosso – oltre a quella di casa, la squadra che fa battere il cuore alla maggior parte del frusinate è la Juve, e così parlare di derby ancora una volta è complicato. Un dato emotivo per tutti: sia il presidente del club, Maurizio Stirpe, sia il sindaco della città, Nicola Ottaviani, sono tifosi della Roma.
AGLI ANTIPODI – Ma se i giallorossi rappresentano un golia che non teme nessun tipo di fionda il merito è innanzitutto del contesto. Il davide Frosinone è una provincia che sfiora i 50.000 abitanti, mentre l’area comunale della Capitale raggiunge i 3 milioni di persone. Vista la forbice, come sorprendersi che gli 8.000 spettatori dello stadio Matusa – che ovviamente sarà tutto esaurito – riempirebbero a stento una curva dell’Olimpico, capace nel complesso di circa 70.000 presenze? Con queste premesse, scivolare sull’aspetto economico è agevole. Il Frosinone è la squadra di Serie A col monte ingaggi più basso, appena 8 milioni, mentre i 113 milioni della Roma sono secondi solo a quelli della Juve (124). Ma se tra i due club gli stipendi dei gialloazzurri vanno moltiplicati per circa 13 per arrivare a quelli dei giallorossi, se parliamo dei singoli salta il banco.Ovvero, tra il giocatore della Roma più pagato (De Rossi: 6,5 milioni) e il paperone del Frosinone (Longo: 0,3 milioni) il moltiplicatore arriva circa a 22 scatti. Come dire che lo stipendio dell’azzurro (e a Trigoria, considerati i bonus, non solo lui) basterebbe per pagare tutta la rosa della squadra di Stellone, che per la cronaca guadagna circa 100 mila euro, ovvero 28 volte meno di Rudi Garcia (2,8 milioni).
NUOVI AMICI – Logico perciò che nella presunta squadra titolare dei padroni di casa di sabato gli esordienti in Serie A in questa stagione sono sei: Gucher, Gori, Crivello, Soddimo, Paganini e Ciofani e Daniele Ciofani. E che tutto questo abbia poco di casuale lo dimostra il fatto che nelle prime due partite di campionato ben 7 dei gialloazzurri erano con Stellone nel gruppo che ha cominciato la scalata dalla Lega Pro. Risultato scontato, allora? Niente affatto, anche se gli oltre cinquanta tiri indirizzati verso lo specchio della porta difesa da Leali nei primi due match del campionato (Torino e Atalanta) non lasceranno tranquillo Stellone. Ma siamo pronti a scommettere che l’amicizia tra i due club non si incrinerà, tant’è che Stirpe si è reso disponibile per avere in parcheggio eventuali extracomunitari in eccedenza alle complicate strategie di mercato giallorosse.
TURKISH: STOP SPONSOR – In una cosa però di sicuro il Frosinone batte la Roma: il «main sponsor». Mentre i padroni di casa per il 10° anno confermano la Banca Popolare del Frusinate, i giallorossi sono ad un passo dal veder saltare l’accordo con la Turkish Airlines che sembrava in dirittura d’arrivo. «I negoziati con la Roma sono terminati da quando non c’è stato accordo su alcuni punti – ha detto a Forzaroma.info il portavoce di Turkish, Ali Genç –. Al momento la trattativa è terminata, ma può riaprirsi come avviene per simili affari». Un affare, pare, da 7,5 milioni, che per il Frosinone rappresenterebbero una cifra da brivido. Ma la Roma ha imparato a non fidarsi delle cenerentole. Anche perché alla fine sono loro che sposano i principi.