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GAZZETTA DELLO SPORT Garcia invecchia la squadra. Il Sassuolo gioca meglio

Garcia
Garcia

(M. Cecchini) – Strana la vita. Per arrivare al risultato più giusto (lo stesso di un anno fa) Roma e Sassuolo danno vita a un match costellato di sciocchezze e prodezze, e alla fine santificato da: un 2-2 a firma di Defrel, Totti, Politano e Salah; due errori degli arbitri nel loro complesso (prima rete giallorossa in fuorigioco, rigore non concesso su Rüdiger) e una celebrazione malinconica della classe di Totti, visto che il 300° gol in giallorosso è un po’ goffo – una ciabattatina — e un po’ triste, perché la squadra di Garcia esce tra i fischi. Buon per la Roma che gli ultrà, nella loro opposizione ai controlli, decidano di non entrare e manifestare fuori dallo stadio (in arrivo denunce e daspo), altrimenti l’Olimpico sarebbe davvero bollente.

VECCHIA GUARDIA Le scelte di Garcia non convincono. Dopo l’epico Fort Apache contro il Barcellona, infatti, rivoluziona la squadra cambiando 6 titolari, facendo però impennare l’età media, con l’innesto – tra gli altri – di De Sanctis, Maicon, Torosidis e Totti in una giornata calda, facendo subito capire come il ritmo non sarà brillante. Il giro palla infatti è lento e, visto che il 4-3-3 del Sassuolo in fase di non possesso diventa un 4-1-4-1 (con Magnanelli frangiflutti) utile a chiudere tutte le possibili imbucate centrali propiziate da Totti e dal rientrante Pjanic, la Roma si ritrova a scegliere la strada del lancio lungo (69) per il velocista di turno, cioè quasi sempre Salah che per tre volte durante il match chiamerà alla gran parata Consigli. Poco per una rosa con tanta qualità. A onor del vero, se c’è un reparto dove la classe non abbonda è la difesa, visto che ai piedi di legno di Manolas e Rüdiger si accoppiano quelli di Torosidis nella fascia non di competenza e di un Maicon in declino.Curiosamente, una difesa tutta di piedi destri, che almeno avrebbe avuto bisogno di De Rossi in impostazione. Non sorprende perciò che i tagli di Defrel e dell’ex Politano abbiano fatto impazzire la retroguardia, come in occasione dei gol del Sassuolo, sui cui esterni e centrali sono presi fuori tempo: nel primo caso dal triangolo dai due furetti neroverdi (22’) e nel secondo dall’imbucata di Floro Flores (45’). Insomma – con De Rossi votato spesso alla copertura, Nainggolan svagato e Pjanic rugginoso al rientro – meglio per Garcia che Consigli faccia l’uomo assist e il guardalinee non giudichi bene il passaggio di Pjanic per il pari (36’), perché il dominio Sassuolo nei primi 45’, chiusi con una parata di De Sanctis su Defrel, è netto.

DZEKO INVOCATO La ripresa comincia con un gioiello e una bocciatura. Il primo è a cura di Salah, che riprende un colpo di testa a spazzare di Peluso, infilando la palla del pareggio con un gran sinistro al volo. La seconda invece tocca a Iturbe che, dopo una prima frazione imbarazzante, viene sostituito dopo 4’ e prende a calci ciò che trova. La Roma invece migliora un po’ ma l’Olimpico non capisce perché Dzeko venga ancora tenuto a bagnomaria, tant’è che al 22’ cominciano i cori che invocano il bosniaco, anche perché i 18 cross scodellati in area, senza il centravanti totem servono a poco. Dzeko però si fa vedere solo in un’occasione (33’), mentre il Sassuolo, pur arretrando il baricentro del 4-3-3, sembra non perdere mai il bandolo della manovra, anche quando Florenzi e Iago Falque provano ad alzare i ritmi. Insomma, se Consigli non si divertisse un po’ troppo a fare il Beckenbauer, la squadra patirebbe il giusto perché gli ingressi di Biondini, Sansone e del ritrovato Berardi non annegano la voglia di ripartenze. Certo, Peluso alla fine rischia di concedere uno sciocco rigore affondando Rüdiger, però Massa non è in giornata e così il Sassuolo degli italiani (12 su 14 schierati) si gode il meritato punto frutto di idee e gioco. Per la Roma un nuovo campanello d’allarme: su 4 gare di campionato in 3 non ha convinto (Verona, Frosinone e Sassuolo). A Boston e a Trigoria si aspettano un rapido cambio di marcia.
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