(A. Pugliese) Sarà anche una guerra di strategia, la voglia di spostare la pressione sull’avversario. O magari solo un po’ di scaramanzia, che alla fine non guasta mai. Sta di fatto che Rudi Garcia nel ruolo di favorito non ci si ritrova. O almeno non gli piace esserlo, tanto da ribadirlo a chiare note quando gli fanno notare che Mancini ha detto che ci vorranno dieci partite per capire chi vincerà lo scudetto e Allegri che le favorite sono altre. E cioè Inter e Roma. «Ognuno ha la sua opinione e io la mia non la cambio — dice il tecnico della Roma — Questo torneo sarà più equilibrato, perché sono tornate a lottare per la vetta squadre che gli anni passati non lo facevano. Ma per me la favorita resta ancora la Juventus. Le prossime giornate ci diranno se ho ragione o no».
LE MOSSE Le prossime giornate però iniziano oggi, con Garcia che deve sfatare il tabù Sassuolo, unico club che non ha ancora battuto all’Olimpico. «Buona squadra, soprattutto in attacco. Per vincere e allungare la striscia a tre vittorie consecutive dovremo mettere in campo tutto quel che abbiamo: le gare prima e dopo la Champions non sono mai semplici. Turnover? Forse, di certo difenderemo meno rispetto al Barcellona, con un atteggiamento differente». Come diverso sarà l’attacco, stavolta con l’inserimento dal primo minuto di Iturbe. L’argentino finora è sempre entrato a partita in corsa, allungando di fatto il numero dei titolari e diventato quasi il dodicesimo uomo. Oggi toccherà a lui, con il francese che sta pensando anche ad una staffetta tra Dzeko e Totti. Pjanic, invece, potrebbe entrare a partita in corsa. «Miralem sta bene, è tornato prima. Vedremo», chiude Garcia. In attesa di capire poi chi avrà ragione tra lui, Mancini ed Allegri.