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GAZZETTA DELLO SPORT Impossibile, ma non del tutto

Gervinho Barcellona
Gervinho Barcellona

(S. Vernazza) – Leo Messi un marziano a Roma. Arriva all’Olimpico lo stesso Barcellona della finale di Champions League, vinta a giugno contro la Juve. L’unica variazione nel ruolo di terzino destro: al posto dell’infortunato Dani Alves giocherà Sergi Roberto, classico «canterano» blaugrana. I tre «caballeros» Messi. Suarez e Neymar più scatenati che mai, Rakitic e Iniesta a ricamare calcio alle loro spalle: speranze per la Roma orfana di Pjanic? Così, d’istinto, ci aggrappiamo al ponentino, al residuo di caldo annunciato, al dolce abbiocco che tramortisce chi si lascia ammaliare dalla bellezza della città. Perché, tecnicamente parlando, non ci sarebbe gara. Non ci sarebbe, al condizionale. Le partite vanno giocate.

PORTIERE Il Barcellona è vulnerabile? Sì, un punto debole visibile ce l’ha, e a nostro parere è costituito dal portiere. Ter Stegen vorrebbe oscurare Neuer, qualcuno gli fa credere di essere più bravo, ma TS prende gol indecenti, come a Bilbao un mese fa nell’andata di Supercoppa di Spagna, quando è uscito per un colpo di testa fuori area ed è stato infilzato da centrocampo: peggior umiliazione per un portiere non c’è. Gli piace fare il fenomeno, esagerare con i piedi. Un po’ lo esige il gioco, il Barça difende in avanti sulla scacchiera: in Liga finora atteggiamento fuorigioco molto alto, a 41 metri. Molto dipende da Ter Stegen, dal suo esibizionismo. Magari stasera all’Olimpico parerà l’impossibile, nessuno ne discute il valore tra i pali, però la Roma – con Salah, Dzeko e Falque – dovrà volteggiargli intorno, mettergli pressione. Così si potrebbe creare la situazione giusta.

DIFESA L’altra anomalia del Barça in arrivo è rappresentata da Sergi Roberto, terzino destro pro tempore in attesa del rientro di Alves. Sergi Roberto, nel settore giovanile del Barcellona, agiva da centrocampista e a un certo punto c’era chi pensava che potesse diventare un nuovo Xavi. Non sappiamo come sia finito a pedalare in corsia, da genietto che era. L’arrangiamento ha funzionato, il ragazzo se la sta cavando bene, però Sergi Roberto rimane un «adattato» e stasera potrebbe patire gli inserimenti di Falque. In generale la fase difensiva del Barcellona non è impermeabile. Lo dicono i numeri delle due finali estive. In Supercoppa nazionale cinque gol subiti nelle due partite contro l’Athletic, in Supercoppa europea quattro reti prese col Siviglia (in Liga la situazione si è normalizzata: tre vittorie e un gol al passivo). Alle spalle di Busquets, guardrail di metà campo, non tutto funziona se occorre difendere. Normale, è nella natura del Barça ridurre la difesa a fastidio necessario.

CONTROMISURE Rudi Garcia sa che non può permettersi il 4-3-3 aggressivo mostrato alla prima giornata contro la Juve. Il Barcellona, da destra a sinistra, dispone di un arco pazzesco, formato da Rakitic, Messi, Suarez, Neymar e Iniesta. Un quintetto fuori concorso che stringe d’assedio chiunque e che obbliga a proteggersi. Sembra che l’allenatore francese abbia lavorato a Trigoria su un 4-1-4-1, con De Rossi davanti alla difesa o schiacciato dentro la difesa nei momenti di maggior pressione. Davanti a De Rossi, il quartetto Salah, Keita, Nainggolan e Iago Falque, poi Dzeko centravanti. Decisivi rientri e risalite dei due esterni. Sui riposizionamenti all’indietro di Iago non abbiamo dubbi, su quelli di Salah sì, l’egiziano tende a venire giù per ricevere palla sulla trequarti: dovrà riprogrammarsi, il non possesso in fascia esige altri movimenti. Salah dovrà procacciarsi palloni nei territori di Iniesta e questo potrebbe essere un incrocio decisivo, in un senso e nell’altro. Il pronostico dice Barcellona, ma la grande bellezza blaugrana non è esente da pieghe. Serviranno attenzione e condizione, ritmi alti e applicazione senza pause. Per la Roma, un esame di maturità fuori stagione. Resistere al Barça, per aumentare l’autostima.

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