(F. Pasquali) «Un’occasione straordinaria e un volano per la città». La sintesi migliore è di Luca Pancalli, vicepresidente del Comitato promotore e ufficiale di collegamento tra Coni e Comune. Ieri hanno vinto tutti, Malagò, Montezemolo e Marino: l’Olimpiade di Roma sarà pensata per soddisfare i criteri del Cio e, al contempo, ricucire la città, come chiede il sindaco. Ieri è partita la vera volata per il 2024. Ora si passa all’azione e bisogna innanzitutto fare i conti con gli impianti sportivi e il villaggio olimpico. Roma, città olimpica, ha diverse strutture solo da ammodernare ma non bastano perché dal 1960 a oggi i Giochi si sono trasformati. Nuove discipline sportive e specialità che richiedono impianti differenti e soprattutto Paralimpiadi diventate un evento quasi al pari dell’Olimpiade.
IL QUADRO – Sono tre le aree principali individuate per l’impiantistica, con una serie di altri luoghi secondari. Tre cuori pulsanti. Tor Vergata ospiterebbe il villaggio olimpico, gare di volley e basket nel palazzetto da realizzare, il velodromo temporaneo e forse anche il media center (se ne discuterà). Il Foro Italico rimarrebbe il cuore pulsante delle gare, con l’Olimpico e lo Stadio del nuoto protagonisti delle due discipline più seguite, atletica leggera e nuoto. Poi la nuova Fiera di Roma dove si possono svolgere gli sport da combattimento o la ginnastica. Il nuovo parco fluviale pubblico che partirebbe dalla Salaria, indicativamente all’altezza dell’aeroporto dell’Urbe, e terminerebbe a Tor di Quinto, diventerebbe un polmone verde al servizio dei romani, non degli atleti (almeno non per le gare).
TOR VERGATA – La Città dello Sport di Tor Vergata progettata da Calatrava è un po’ il sogno nel cassetto del presidente del Coni Malagò. Nel 2005, quando l’Italia si aggiudicò l’organizzazione dei Mondiali d i nuoto del 2009, l’allora sindaco Veltroni annunciò la nascita della mega struttura dove si sarebbe svolta anche la rassegna iridata. Presidente del Comitato organizzatore di quei Mondiali è stato proprio Malagò, che fino a quasi un anno prima ha sperato di poter portare l’evento nelle futuristiche piscine progettate da Calatrava. E invece nulla di fatto, perché la vela bianca di acciaio è stata innalzata ma le vasche non sono mai state realizzate. A quasi dieci anni dall’inizio dei lavori l’opera è ancora incompiuta. Oltre 200 i milioni di euro di soldi pubblici spesi finora (60 erano le stime iniziali) e ne servirebbero 420 per finire il mega impianto sportivo che sorge su un’area dell’Università di Tor Vergata. Con ogni probabilità la Città dello Sport sarà completata solo in caso di assegnazione dei Giochi olimpici a Roma, altrimenti rimarrà l’ennesima opera incompiuta di questo paese o verrà cambiata la destinazione d’uso.