(C. Zucchelli) Per un momento aveva pensato di lasciar calciare qualcun altro, perché a lui piace tirare da più lontano. Poi però Miralem Pjanic, dopo aver visto come Brkic aveva piazzato la barriera, ha mandato via i compagni e ha detto: «Ci penso io». Detto, fatto. Un gol meno bello, almeno su calcio da fermo, di quelli a cui ha abituato i tifosi della Roma, ma comunque efficace: è stata la rete della sicurezza, quella che ha scacciato via paure e cattivi pensieri, ed è stata la ventesima da quando è romanista. È stata anche la nona punizione diretta vincente dal 2011, meglio di lui in questo periodo soltanto Pirlo con 12, ma l’ex juventino adesso è a New York mentre Pjanic è a Roma e nella Roma, sempre più nel vivo della squadra, visto che da quando Totti gioca meno passano per i suoi piedi tutti i palloni.
INDISPENSABILE Pjanic ha giocato 90 minuti in 5 partite su 6 in campionato, saltando soltanto quella col Frosinone e anche se la lesione al polpaccio subita con la Bosnia consigliava prudenza, Garcia lo ha schierato sempre. Ogni volta che ne ha avuto bisogno. E il bosniaco ha risposto presente: «Col gioco abbiamo replicato alla sconfitta di Genova — ha dichiarato ieri al fischio finale —. Sono contento per il gol, mi piace segnare da fermo, a maggior ragione quando questi gol sbloccano le partite». Felice Pjanic, felice anche l’esordiente Vainqueur: «Ma non sono ancora al 100%, devo migliorare — ha ammesso—, spero di avere altre occasioni».