(S. Carina) Erano quattro anni che non parava un rigore (18 ottobre 2011 a Gomez in Napoli-Bayern Monaco 1-1). In campionato quasi sei (febbraio 2010 a Di Natale in Udinese- Napoli 3-1). Stavolta a De Sanctis riesce l’impresa con la maglia della Roma nella serata per lui più importante. Leggendo il risultato finale (5-1 a favore dei giallorossi) più di qualcuno potrà sorridere. Eppure dopo le critiche ricevute dopo il ko contro la Sampdoria, medicina migliore non poteva esserci. Parata fondamentale su Borriello poco dopo il quarto d’ora di gioco (sullo 0-0) che indirizza la gara e ciliegina finale con il penalty neutralizzato a Matos. Chi lo dava per finito, dovrà ricredersi.
SASSOLINI SCOMODI Morgan sembra quasi tirare un sospiro di sollievo e si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «E’ stata una settimana nella quale non sono stato messo nelle condizioni ideali per fare quello che di solito faccio, allenarmi e parare. Però il calcio è così e soprattutto in posti come Roma e Napoli dove ormai gioco da 7-8 anni, bisogna accettare che i tifosi vogliono tantissimo e fanno bene a pretendere tanto, ma devono capire che soltanto attraverso l’equilibrio nei giudizi e nella passione può migliorare questo ambiente che noi stiamo cercando di trasformare in vincente. Noi giocatori e la società lo stiamo facendo, la gente deve capire che i nostri sforzi devono essere accompagnati dal loro entusiasmo». Dimentica che il primo a discutere del gol subito da Eder l’altra sera era stato Garcia a Sky («Dovrò parlare con Morgan della barriera…») ma ora poco importa. Meglio mettersi tutto alle spalle. La Roma per una notte torna al terzo posto: «Il primo bilancio si farà alla fine del girone d’andata – il monito del portiere – all’inizio ci sono cambi repentini di risultati». Gli chiedono dell’esultanza, quando ha chiamato l’applauso dell’Olimpico dopo il rigore parato. Morgan sorride e torna sul discorso dell’ambiente: «Nessuno è insensibile. I tifosi e chi ci ruota attorno devono capire che possiamo dare di più attraverso la fiducia e un equilibrio più costante. Io più di altri, visto che sono un giocatore esperto, riesco a somatizzare delle critiche,ma se questa pressione va a finire sui più giovani, meno abituati a fare questo, si perde il potenziale della squadra e non possiamo permettercelo».