(A. Angeloni) – Buttate i porno. Da oggi autoerotismo solo col gol de Florenzi. C’è chi, tra le migliaia di persone che hanno commentato la sua prodezza con il Barça, ha scritto anche di questo: autoerotismo, de Florenzi. In romano. Perché Ale ha fatto godere mezza Roma, perché quel gol vale per due, per tre, e l’uno a uno, magicamente, non è più uno a uno. La notte è stata lunga, a festeggiare, a pensare, quasi a non credere nemmeno cosa fosse successo. L’esaltazione del gesto è mondiale: dai rivali, vedi Piqué, al mondo della politica, Salvini, dello sport, da Malagò fino alla Vinci. Addirittura il presidente del Coni esprime un pensiero futuristico. «Della prodezza di Florenzi con il Barcellona parleremo per decenni. È uno spot per il calcio».
DAL MONDO A VITINIA – Per non parlare di come Alessandro sia stato esaltato dagli organi di stampa stranieri. Stupore, ammirazione, Florenzi paragonato «per un secondo a Pelè». Il papà Luigi, in un’intervista a Sportmediaset, ha confessato che in casa resta un «somaro» e che se si dovesse montare la testa sarebbe pronto a «tagliargliela». Poi ha raccontato: «Pensate che mi avevano dato per morto perché al gol di Ale mi sono cascati gli occhiali e mi ero chinato per raccoglierli. Tutti invece mi sono venuti attorno dicendo oddio Gigi si sente male». Papà raggiante, la mamma Luciana non ne parliamo proprio. «Alessandro è un cuore di mamma, e basta. Per me resta lo stesso di sempre. Ci ha fatto sognare, è stata una cosa meravigliosa. A lui è sempre piaciuto giocare a pallone, è nel suo dna». Il pallone lo ha salvato, Florenzi è scappato dal destino. Se non avesse fatto il calciatore, per lui era pronta una carriera da barista/cameriere, roba di famiglia. Un caffè al tavolo 2, birra al 4. E ora? Accendiamoci. E ricordiamo che, la prodezza è tale perché irripetibile (o quasi) per uno scarso. Intanto, il terzino/ centrocampista/attaccante, come riporta il sito della ’Uefa, viene messo in lizza per il premio di “Giocatore della settimana”. Gli altri candidati sono Cristiano Ronaldo, Mueller, Hulk, Griezmann, Calhanoglu, Draxler e Di Maria. Mica male per uno tutto casa, calcio, chiesa e nonna.
PERLE NON CASUALI – Il fatto è che Florenzi di perle ne ha sfoggiate tante, quindi la bellezza diventa routine, come per un qualsiasi grande calciatore. Se uno segna un gol in rovesciata (Genoa) e poi ne fa un altro dopo sessanta metri di corsa palla al piede (sempre Genoa), poi ancora infila un destro all’incrocio dei pali dal vertice sinistro dell’area di rigore avversaria (Sassuolo), come fai a dire che certe prodezze siano casuali? E ancora: i due segnati all’Inter in campionato, più quello in coppa Italia. Più che discreto anche quello realizzato in Nazionale, all’Armenia, di testa. In totale, tutto compreso, è a quota 34 gol, tra B, A, coppe e Nazionali varie. Quasi sempre reti belle, come sostiene De Rossi. Ma Alessandro tende a minimizzare: «Ora pensiamo al Sassuolo», preferisce dire. Sì, forse pensa a come battere Consigli, magari con un colpo di tacco, ecco questo gli manca. «Ci vuole cuore, istinto e un po’ di pazzia», la ricetta di Ale, che ora si sente terzino in tutto e per tutto. «Chi non credeva in me? Lascio parlare, poi quando mi trovo con la melma fin sotto il naso mi esce qualcosa in più, e di questo ne vado fiero. Mi carico». Precisiamo: dire o pensare che Florenzi non possa fare il terzino, è un’opinione, non melma. L’opinione può essere giusta o sbagliata, melma è un’accezione negativa che nessuno ha usato per screditarlo. Si goda il momento, con l’augurio sincero che sia infinito. Adesso pagherà la cena ai compagni, ma lui ha già dimenticato la rete al Barça (beato chi ci crede…). «L’altra sera abbiamo fatto una grande partita sulla concentrazione. Adesso inizia il difficile. Se non battiamo il Sassuolo…»