(U. Trani) – Garcia persevera, sbagliando la formazione per la terza volta in 4 gare del torneo, e la Roma stecca in casa, snaturata e fragile per le mosse incomprensibili, sprecando l’occasione per restare in scia dell’Inter capolista, salita a +4. Altri 2 punti buttati, insomma, dopo quelli lasciati a Verona e i rischi di Frosinone. Da non credere. Perché gli investimenti estivi impongono altri risultati contro le provinciali. Quindi pure contro il Sassuolo che, per il terzo anno di fila, pareggia all’Olimpico, dove resta imbattuto. L’ex Di Francesco, preparato e moderno, deve nella circostanza ringraziare il collega che gli ha reso facile il pomeriggio con il turnover esagerato che ha tolto efficacia e identità ai giallorossi, disorientati dalle decisioni del tecnico almeno quanto il pubblico. Che lo ha bocciato, chiedendo in campo a gran voce Dzeko (dentro solo a metà ripresa) e fischiando sia all’intervallo che a fine partita.
AUTENTICO HARAKIRI La ricaduta è irritante: stesso risultato (2 a 2) e soprattutto simile rotazione il 6 dicembre 2014 (prima da titolare per Strootman post intervento), al risparmio per la Champions che in quel caso arrivò però dopo (il City si qualificò vincendo qui). Ingiustificabili le scelte di ieri e di più quelle attuali. Garcia ha cambiato 6 giocatori su 11 capaci di fermare, mercoledì sera, il Barcellona. L’unico avvicendamento obbligato in porta: con Szczesny infortunato, per forza ha dovuto puntare su De Sanctis che, si è visto una volta per tutte, non dà le garanzie del titolare. In difesa ha esagerato (4 «destri» in campo: mah), rilanciando dopo quasi 8 mesi Maicon, fisicamente in ritardo, e Torosidis, a sinistra e sul piede dunque sbagliato: inconcepibili le esclusioni di Florenzi e Digne. A centrocampo, fuori Keita per il ritorno di Pjanic (il migliore). Davanti Iturbe, mai entrato in partita, per Iago Falque e Totti, falso nueve, per Dzeko. Rivoluzione e non turnover: la Roma si è subito smarrita. Il 4-2-3-1, lungo e quindi senza equilibrio, non ha tenuto fin dall’inizio. Di Francesco, con il 4-1-4-1, ha disintegrato la linea arretrata di Garcia appoggiandosi alla solidità del centravanti Defrel e contando sulla velocità dell’ex Politano a destra e sulla sfacciataggine di Floro Flores a sinistra. A parte i terzini, è crollato Ruediger: ruvido e impacciato. Nainggolan non ha retto l’urto e Manolas non ha coperto anche per gli altri.
SOLO CONTROPIEDE La Roma, è ufficiale, fa il suo gioco solo attraverso le ripartenze. Salah come Gervinho, nell’idea di calcio di Garcia. Palla lunga e pedalare: si è detto per anni e non solo da queste parti. Defrel segna l’1 a 0 su giocata chic di Politano, Totti fa 300 reti in giallorosso, segnando l’1 a 1 in fuorigioco dopo la gaffe di Consigli che consegna il pallone a Pjanic per l’assist, ma è più squadra il Sassuolo che rischia almeno 3 volte quando Salah si lancia in contropiede. In due casi è bravo il portiere, nel terzo il tiro è fuori dello specchio. Politano, passando a sinistra, festeggia la prima rete in A: diagonale preciso a fine primo tempo e 1 a 2. Salah fa subito centro nella ripresa: sinistro al volo e 2 a 2. Il Sassuolo lo ispira: il primo gol in A con la Fiorentina a febbraio. Adesso si è sbloccato qui (7° marcatore giallorosso). Garcia, non contento, ci prende gusto e riesce a far arrabbiare Iturbe, togliendolo dopo il pari e inserendo Iago Falque che non inciderà. Interventi in ritardo e diventati inutili: finalmente Florenzi per Maicon, ma poi aspetta quasi la mezz’ora per accontentare la gente con Dzeko, fuori Totti. Peluso appozza in area Ruediger, ma l’arbitro Massa sbaglia ancora. Di Francesco chiude con gli attaccanti migliori, Sansone e Berardi (appena recuperato), lasciati in panchina, e conquista il 9° risultato positivo, miglior striscia della serie A. L’ultima sconfitta proprio contro la Roma. Quel giorno segnò il centravanti scaricato Doumbia. Titolare lui, non Dzeko, trattato come uno qualsiasi e peggio del predecessore. Incredibile, come vedere la Sud semivuota. Ma tutto vero.