(U. Trani) – Adesso Garcia deve uscire allo scoperto e scegliere la Roma. La partita è la più complicata che ci sia: domani, nella notte del debutto in Champions, all’Olimpico si presenta il Barça, capace di umiliare in amichevole, il 5 agosto al trofeo Gamper, i giallorossi. La serata al Camp Nou è stata indicativa non tanto per il risultato, comunque pesante (3 a 0), quanto per la lezione di gioco subita. In sintesi, per chi non ha avuto la possibilità di vedere quel test estivo: migliori in campo i portieri Szczesny e De Sanctis, nessuna conclusione in porta degli attaccanti romanisti e gara a senso unico dei blaugrana. Va ricordato che a Barcellona non sono scesi in campo gran parte dei nuovi acquisti, per primi Digne, Salah e Dzeko e che solo da un mese scarso i giocatori lavoravano con il nuovo preparatore Norman. Ma, proprio partendo da quella sfida, Rudi cercherà di prendersi la rivincita contro l’ex Luis Enrique che per la prima volta torna qui.
EQUILIBRIO E CONTROPIEDE – L’unico punto di contatto tra la Roma di sabato a Frosinone e quella di domani in Champions potrebbe riguardare l’assetto. Cioè non è da escludere che Garcia insista sul 4-2-3-1 del primo tempo al Matusa, ovviamente con interpreti diversi. Il francese usò lo stesso sistema di gioco anche nella sfida di inizio agosto: Szczesny; Florenzi, Yanga Mbiwa, Castan,Torosidis;Keita,Nainggolan; Falque, Pjanic, Gervinho; Destro. Più di metà dei giocatori schierati al Camp Nou non li vedremo sicuramente in campo, la linea difensiva per 3/4 sarà differente, Pjanic è indisponibile, Yanga Mbiwa e Destro sono stati ceduti. Ma quella sera Rudi provò a bloccare il Barça portando il maggior numero di giocatori sotto palla. La condizione atletica, in quel periodo ancora deficitaria, non gli permise di chiedere il pressing a centrocampisti e attaccanti e le ripartenze soprattutto agli esterni offensivi. A 42 giorni da quel test i giallorossi dovrebbero essere fisicamente più competitivi e in questo senso,considerata l’esperienza e la qualità dei nuovi arrivati, il 4-2-3-1 potrebbe diventare il modulo più efficace. In fase di non possesso palla, a seconda delle caratteristiche degli interpreti utilizzati, sarà possibile difendere con il 4-4-1-1 o addirittura con il 4-5-1, con il centravanti Dzeko a trainare verso la porta avversaria i velocisti della Roma: terzini o esterni alti che siano. Ieri se n’è discusso con l’aiuto delle immmagini in sala video.
DOPPIO PRECEDENTE – L’importanza del match di domani sera fa venire in mente le due gare contro il Bayern Monaco di Guardiola nella scorsa edizione della Champions. All’Olimpico, il 21ottobre 2014, Garcia puntò proprio sul 4-2-3-1 con Pjanic trequartista dietro a Totti e Iturbe e Gervinho sulle fasce. All’Allianz Arena, il 5 novembre, il 4-4-1-1 con Iturbe alle spalle di Destro, con Florenzi e Nainggolan esterni di centrocampo. La tappa in Baviera va presa in considerazione. Quella sera Rudi, e lo anticipò alla vigilia anche pubblicamente,pensò a limitare la superpotenza, soprattutto dopo il 7 a 1 dell’andata. Il secondo ko fu meno angosciante (2a0),ma il segnale al gruppo inequivocabile. L’assetto quasi sicuramente dipenderà dal ruolo di De Rossi. Che, se torna a fare il difensore come contro la Juve visto che Ruediger ha appena ripreso, può liberare un posto in mezzo al campo: Uçan ha la febbre e resta solo Vainqueur. Oppure lascia il reparto solo a Keita e Nainggolan, come nel test del 5 agosto,con 3 frecce da sistemare nella faretra di Dzeko: Salah, Iturbe e Iago Falque. La formula è stata provata nei giorni scorsi. In più c’è sempre il jolly Florenzi, disponibile da intermedio o esterno alto se rientrasse uno tra Maicon e Torosidis.