(S. Carina) – Quando è in difficoltà inizia ad alzare il tiro. Gli è capitato già in passato e in parte anche ieri. Scuro in volto, Garcia si presenta davanti alle telecamere per analizzare la gara. Per carità, chi si attende dopo questo incipt chissà quali bordate rimarrà deluso. Ma quelle che il tecnico dispensa nelle varie interviste che rilascia, sono piccole stoccate che hanno destinatari ben precisi. Comincia a Sky: «Non abbiamo fatto quello che avevamo preparato. Se poi sei troppo lontano e lasci due metri al tuo avversario, come sul primo gol, soffri. Se guardate i numeri, il Sassuolo è stato più bravo di noi nei contrasti e questo non può capitare in casa. Poi quando facciamo i cross ci deve essere qualcuno in area. Oggi ne abbiamo 27, ma se non c’è nessuno è inutile…».
Provano a suggerirgli il nome di Dzeko ma Rudi stoppa tutto sul nascere. Quando ascolta le parole ‘turnover eccessivo’, si irrigidisce: «L’allenatore che vince non sbaglia mai, anche se sbaglia. Quello che non vince sbaglia sempre. Se Florenzi si strappa un muscolo, allora mi chiedete perché non l’ho fatto riposare. E’ sempre facile parlare dopo». Già, anche se sarebbe utile capire perché Cristiano Ronaldo e Benzema possono giocare tre gare in una settimana (Espanyol, Shakhtar e Granada), Messi scendere in campo 38 volte nella Liga dello scorso anno (57 comprese le coppe), Tevez (nella Juventus) disputare 34 e 32 gare di campionati già vinti a marzo e Dzeko ha bisogno di rifiatare al 20 di settembre.
J’ACCUSE Ma Rudi va avanti da solo: «Abbiamo fatto un pessimo primo tempo, siamo stati troppo lunghi. Ruediger? Non ha difeso male solo lui, nella prima azione né Nainggolan tantomeno Torosidis sono vicini a Politano e Missiroli che possono agire come nel burro. E anche Manolas perde la palla di vista. Sono errori che vengono uno dietro l’altro. Sul piano difensivo siamo stati brutti. In avanti Salah corre troppo veloce? Iturbe è veloce quanto lui e poteva seguirlo. La sua reazione dopo la sostituzione? Diciamo che ha carattere…». Fatto sta che la Roma nel primo tempo lascia uno spazio vuoto dentro l’area che non è occupato da nessuno. Totti ormai agisce da trequartista, Salah è inarrestabile ma da esterno e Iturbe un conto è impiegarlo in corsa quando gli avversari sono stanchi (leggi Frosinone e Juventus), un altro quando le squadre si chiudono. A difese schierate, si torna a vedere un copione già imparato a memoria negli ultimi due anni: palla all’egiziano (in precedenza era a Gervinho) aspettando che salti l’uomo e crei la superiorità numerica. Oppure che metta in moto la sovrapposizione col terzino. Che difficilmente può arrivare se l’esterno basso è l’attuale Maicon (apparso in grave ritardo di condizione) e non Florenzi. Ma proprio sull’aspetto atletico, Garcia lancia un’altra stoccata: «La cosa strana è che fisicamente stava meglio chi ha giocato mercoledì con il Barcellona rispetto a chi è entrato fresco». Domanda lecita: con chi ce l’ha? La risposta (Norman) sembra scontata e la conferma arriva ai microfoni di Radio Rai: «Ho una rosa per competere ogni tre giorni, eppure ho trovato meglio fisicamente chi aveva già giocato e non gli altri, Pjanic a parte che stava bene. Quindi dovremo, forse, modificare il lavoro in settimana». Si complimenta invece con Totti per i 300 gol in giallorosso: «Un numero incredibile ma sono sicuro che sarebbe stato più contento se con questa rete avessimo vinto. Sono due punti persi». Chi invece si accontenta del pari è il tecnico del Sassuolo, Di Francesco che per il terzo anno consecutivo esce indenne dall’Olimpico romanista: «Sono felicissimo sia perché i gol segnati derivano dal lavoro in allenamento sia per il fatto che se anche cambiamo gli interpreti, la squadra gioca sempre allo stesso modo».
A qualcuno saranno fischiate le orecchie.