(S. Carina) Alla vigilia del match col Barcellona, Iturbe ha twittato: «Oggi inizia un nuovo sogno». Nuovo, perché quello più importante per Juan Manuel, è cominciato il 27 agosto. La sua avventura alla Roma era finita. Visibilmente commosso, l’argentino aveva salutato i compagni. Particolarmente toccante, per chi ha assistito alla scena, l’abbraccio con Nainggolan nel bar del centro sportivo di Trigoria. Nell’incontro (che si riteneva decisivo) tenutosi quel giovedì pomeriggio, erano presenti sia l’agente del calciatore, Triulzi, l’intermediario Giuffrida e il procuratore Mascardi che detiene ancora una percentuale del cartellino del ragazzo. La cessione al Genoa era pressoché definita: 6 milioni per il prestito e 20 per l’obbligo di riscatto. Poi il ripensamento. Prima a cena e a seguire il giorno dopo. Sentimentalismo di Sabatini, retromarcia di Garcia o sospetto che avendo inserito l’obbligo, accettato da Preziosi, dietro ai rossoblù potesse agire a fari spenti un altro club (Liverpool o Milan)? Potrebbe spiegarsi anche così il no del ds: se si deve rilanciare, lo facesse qui per rappresentare (eventualmente) in futuro una plusvalenza stile Romagnoli, maggiore rispetto a quanto pattuito ora. Fatto sta che l’operazione salta. Iturbe viene convocato per la gara con la Juventus e qualche minuto prima dell’inizio del match, viene ufficializza la permanenza nella capitale.
NUOVA DIMENSIONE Per Juan Manuel inizia una nuova vita. Quando viene inserito ad una manciata di minuti dalla fine contro i bianconeri, è accolto da un boato (inatteso) dell’Olimpico. Quasi che la gente abbracciasse il figliol prodigo. Poi il bis, sempre entrando in corsa, una settimana dopo contro il Frosinone. Iturbe dà l’idea di giocare più rilassato e aver (forse) trovato la sua dimensione: cambio nel finale, per sfruttare da prima punta la sua potenza contro avversari stanchi. Contro la Juve procura l’espulsione di Evra, a Frosinone segna il 2-0. Ora è chiamato al passo più difficile: quello di tornare ad essere decisivo anche dall’inizio. Tornare, perché guizzi (Cska Mosca, Juventus, Lazio) li ha lasciati intravedere anche lo scorso anno. Poi il peso dell’ipervalutazione, qualche infortunio di troppo, difficoltà tattiche e le aspettative non confermate lo hanno fatto perdere. Probabilmente è presto per dire che Iturbe si è ritrovato. Lo sa anche lui. Quella di oggi col Sassuolo è però una tappa importante. Sia per la Roma che per l’argentino. Entrambi non si vogliono più fermare.