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IL MESSAGGERO Roma, gioia e dolori

Esultanza Roma
Esultanza Roma

(U. Trani) La ripartenza della Roma è straripante, per emozioni e gol: 5 a 1 al Carpi, trattato come il Cska Mosca al debutto in Champions un anno fa, per l’ultima manita giallorossa prima di questa. Il successo, largo e spettacolare, è convincente e soprattutto utile per la classifica e per il morale dopo la frenata inaspettata contro il Sassuolo e la Sampdoria. Ma è anche amaro: Garcia perde Keita, Dzeko e Totti per la gara di martedì in Bielorussia contro il Bate.

FREDDEZZA INIZIALE Pochi spettatori e tanti fischi: il fattore ambientale, almeno in partenza, non è favorevole alla Roma, chiamata a riscattarsi: solo 1 punto nelle ultime due gare di campionato. Il pieno della disapprovazione lo fanno Garcia e il suo pupillo Gervinho durante la lettura delle formazioni. Pure De Sanctis e Maicon non sono accolti come vorrebbero. Prestazioni e risultati incidono sull’umore della gente che, subito trascinata dai giocatori finalmente ispirati, cambierà idea. Il tridente pesante risulta la mossa decisiva per stendere il Carpi, fragile e impreparato in difesa (la peggiore del torneo con 15 reti incassate). Ai lati di Dzeko, a destra Salah e a sinistra Gervinho che, per la prima volta in questa stagione, gioca all’ Olimpico. Florenzi non va nemmeno in panchina e torna Maicon: turnover limitato a 2 cambi che però saranno presto 3. Si fa male Keita, stop muscolare, e debutta Vainqueur che è il 23˚ interprete schierato in 6 gare di campionato, compresi Ibarbo e Ljajic.

RAFFICA IMPROVVISA Nainggolan si piazza in mezzo a centrocampo, con l’esordiente che fa la mezzala sinistra nel 4-3-3. Pjanic vive il suo momento migliore e spesso si alza dietro a Dzeko per il 4-2-3-1. Borriello, proprio prima dell’ingresso di Vainqueur, spaventa De Sanctis: destro deviato in angolo. Senza più Keita in regia, il ritmo si alza e piovono i gol della liberazione. Sono 3 in meno di 7 minuti. Sul tiro sballato di Digne, Manolas realizza in solitudine la prima rete con la maglia della Roma: 1 a 0. Dzeko trascina i compagni, per chiudere in fretta il match. Cofie lo ferma al limite, colpendolo da dietro (non rientrerà dopo l’intervallo). Pjanic trasforma la punzione per il 2 a 0 con il suo colpo preferito, il destro a giro. Il tris è di Gervinho che interrompe dopo 300 giorni il suo digiuno (Roma- Inter 4-2 del 30 novembre 2014): destro al volo dopo la respinta difettosa di Brkic su conclusione di Maicon. Borriello ferma momentaneamente lo show giallorosso, anticipando di testa De Rossi sul cross di Gabriel Silva: 3-1, con De Sanctis spiazzato dal leggero tocco del capitano difensore.

GOL E APPLAUSI Castori, peccando di presunzione, toglie il centrale difensivo Romagnoli e inserisce l’esterno offensivo Di Gaudio, passando al 4-3-3. Garcia, invece, lascia Dzeko negli spogliatoi e dà spazio a Totti che si arrende al primo scatto, sul contropiede del 4 a 1, nato dall’errore di Fedele che appoggia la palla a Salah. Sarà quest’ultimo a segnare a porta vuota (3˚ gol di fila e 9˚ in 22 gare in A) dopo aver lanciato Totti che, chiuso da Brkic, nemmeno esulta perché sa di dover uscire. Dentro Iturbe e sostituzioni finite al minuto 5 della ripresa. Cresce, intanto, Gervinho quando si sposta a destra. Si trova con Maicon che spinge con continuità e disegna a metà ripresa il cross per il 5 a 1 di Digne che appoggia in rete di testa (10˚ marcatore stagionale). Il pubblico è riconquistato. Gervinho colpisce il palo interno, De Sanctis respinge il rigore a Matos, concesso per il fallo di Maicon su Di Gaudio. I tifosi si complimentano pure con il portiere che, in campionato, non ne parava uno dal 7 febbraio 2010 (a Di Natale in Udinese-Napoli 3-1).

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