(A.Angeloni) – Non è mai stato semplice strappare un sorriso a Kevin Strootman, pensare di vederlo sorridente nell’ultimo periodo quando i suoi pensieri sono diventati incubi e il suo ginocchio sinistro si incupiva al pari del suo volto, era praticamente impossibile. Ne ha passate tante, Kevin, imbattutosi in un infortunio apparentemente normale per un calciatore e a un intervento solitamente di routine per un chirurgo. Poi, la macchina si è inceppata e dopo un anno e mezzo, Kevin era al punto di partenza. È toccato al professor Pier Paolo Mariani, il chirurgo a cui si è affidato Kevin, a ricominciare da capo perché, diciamo, due precedenti operazioni effettuate dall’olandese non hanno portato gli effetti sperati. Dopo il primo intervento (marzo 2014, ricostruzione del legamento crociato), effettuato dai professori van Dijk (luminare del piede) e Kerkhoffs (più esperto di ginocchio), il problema doveva essere risolto. Invece: l’estensione dell’arto non era completa per 6/7 gradi, con conseguente sofferenza del muscolo e quindi della cartilagine. Strootman è tornato in campo, ma i problemi erano evidenti, solo acuiti dal colpo subito nel gennaio scorso a Firenze. In Olanda viene riscontrata «la presenza di una massa di tessuto fibroso (cosiddetta Cyclops Syndrome) rispetto alla quale è suggerita la rimozione attraverso artroscopia». Quindi, nuovo intervento a febbraio ma il guaio al legamento continua a non essere risolto. Strootman, insomma, perde un’altra stagione (solo sette presenze tra Champions e campionato). In estate leggeri miglioramenti ma nessun progresso sostanziale e nel frattempo a Trigoria era cambiato tutto, dai medici ai fisioterapisti. Ma il problema, non solo resta lo stesso a distanza di sei mesi, ma ultimamente peggiora: il ginocchio continua a non avere un’estensione normale. Il cammino verso il ritorno in campo è un miraggio.
IN GIRO PER L’EUROPA Un mese fa, l’olandese decide di sottoporsi a un consulto da Mariani, il quale, dopo la visita gli ha detto: «Se vuoi tornare a giocare, devi operarti di nuovo». Ancora? Un incubo. Kevin cerca conforto altrove: consulta chirurghi in Germania, negli Stati Uniti, in Spagna e di nuovo in Olanda. Stesso responso: nuovo intervento e stop di un altro anno. Ed ecco la fine del giro: Strootman torna a Villa Stuart e decide di operarsi a Roma, perché Mariani gli ha garantito tempi molto più ridotti. Il chirurgo romano ha praticamente ricominciato da capo, come se il giocatore si fosse infortunato due giorni prima. Una specie di riparazione, così l’ha definita lo stesso prof, che ha applicato sul ginocchio di Kevin «la tecnica di ricostruzione con tendine rotuleo». Cioè, è stato utilizzato un pezzo di tendine dell’altro ginocchio. In pratica: è stato smontato il lavoro precedente e ne è stato fatto uno ex novo. Un intervento spesso effettuato in passato, che ha dato la possibilità a vari giocatori di tornare in campo in 90/120 giorni. «Sono soddisfatto e Kevin è sorridente. Tra un paio di mesi sapremo se l’intervento sarà riuscito. Ma lui tornerà a giocare», osserva Mariani dopo l’operazione, durata due ore. Dovendo intervenire su un arto già ”trattato” da altri suoi colleghi, Mariani vuole valutare i tempi di reazione prima di dare una prognosi definitiva. Ma a Villa Stuart filtra molto ottimismo. Che sia la volta buona.