(A. Austini) – A conti fatti, ha sbagliato la terza formazione su quattro in campionato. Compresa la Champions ha schierato già 21 giocatori – c’è da dire che Allegri ne ha usati 23 ma con una Supercoppa giocata in più – e ha confermato tutti i suoi limiti nella gestione del gruppo quando bisogna affrontare partite ogni tre giorni. Rudi Garcia è il grande accusato di questo inizio di stagione. E, a dire il vero, i dubbi su di lui esistono da mesi. Anche fra i dirigenti che hanno deciso di lasciarlo al suo posto, pensando che fosse comunque la soluzione migliore.
Se la formazione di ieri ha stupito tutti, dirigenti compresi, le parole pronunciate dal francese dopo la partita sono per certi versi ancora più preoccupanti nell’ottica di una stagione ancora lunghissima. Garcia non si prende colpe, anzi, le distribuisce agli altri: ai preparatori atletici, non scelti da lui ma dalla società, e ad alcuni giocatori. «Ho trovato meglio fisicamente – accusa Rudi –chi aveva giocato mercoledì rispetto a chi era fresco. Non è possibile uno squilibrio del genere, questa cosa va risolta in allenamento quindi dovremo modificare il lavoro in settimana». A Darcy Norman fischiano le orecchie.
A prendersi la sua parte di responsabilità Garcia non ci pensa neppure. «Se vinciamo noi allenatori abbiamo ragione, altrimenti no e c’è sempre qualcosa da dire. Se avesse iniziato la stessa formazione di mercoledì senza prendere i 3 punti– si difende Garcia – mi avreste chiesto perché niente turn over. Rifarei le stesse scelte. Quando dico che abbiamo una rosa importante e che servono tutti è perché lo penso. Non possiamo usare sempre la stessa formazione, c’è chi non ha l’abitudine a giocare tre partite di fila. Penso a Digne e anche a Florenzi: col Barcellona è uscito e sarebbe stato stupido rischiarlo. È sempre facile parlare dopo, se poi volete sentirvi dire che ho commesso degli errori allora lo faccio, non c’è problema. Nessuno è perfetto».
E nessuno gli chiede di esserlo: fare cose «normali» sarebbe già un passo avanti. «Ora mi aspetto una risposta – avvisa Rudi – se perdi due punti in casa li devi recuperare in trasferta». Marassi ha già le sembianze del bivio decisivo.