(A. Serafini) Non può esserci abitudine al silenzio. Almeno all’interno di uno stadio. Per questo continua a fare rumore la linea intrapresa dai gruppi organizzati della curva Sud, fermi nella posizione di protesta contro le istituzioni e il prefetto di Roma Gabrielli. Mai come ieri però l’assenza si è fatta sentire: non per il risultato finale della Roma, quanto per l’atmosfera sempre più surreale che circonda gli impegni casalinghi dei giallorossi. In una escalation sempre più dura e decisa nelle intenzioni, ieri il tifo romanista più acceso ha preferito rimanere a casa, lasciando semi vuoto un settore che difficilmente nella sua storia ha contato così poche presenze. Insonorizzata come se fosse una partita a porte chiuse, i 25.000 dell’Olimpico (circa un migliaio presenti in sud su quasi 8000 posti a disposizione) non sono mai riusciti ad alzare il volume. Qualche timido coro di incitamento provato dai distinti e applausi sporadici per Dzeko e capitan Totti.
E a meno di improvvisi cambi di rotta le cose non cambieranno, almeno nell’immediato.
Impossibile immaginare un passo indietro da parte delle istituzioni (la protesta verte principalmente sull’alzamento delle barriere divisorie in curva), difficile pensare che la battaglia del tifo romanista finirà qui. Tanto che per la prima stracittadina in programma il prossimo 8 novembre, i gruppi di Roma e Lazio hanno già affrontato l’argomento proponendo l’idea di lasciare vuote le due curve nella partita forse più bella a livello ambientale e scenografico. Una forma di solidarietà contro le nuove disposizioni (multe salate per chi non rispetta il proprio posto) che da ambo le parti stanno creando polemiche e dissendo soprattutto sulla gestione ferrea del pre filtraggio fuori dallo stadio.