(D.Luciani) – Rudi Garcia scrive in casa della Sampdoria quello che può essere il capitolo finale della sua storia con la Roma. La squadra di Zenga vince 2-1 grazie ad una punizione di Eder con De Sanctis assopito, il momentaneo pareggio di Salah all’unico errore della difesa doriana e il gol che sentenzia la sconfitta con l’autogol di Manolas su tiro sempre di Eder. La Roma gioca 86 minuti dentro la metà campo della Sampdoria, segna il record di cross della Serie A con 57 traversoni, calcia 18 calci d’angolo ma impegna Viviano solo con tiri da fuori. La Roma è una squadra non allenata, non addestrata. Produce un gioco sterile, allarga sulle fasce, crossa e spera che Dzeko la prenda. Se il cross è buono, ovvero uno ogni dieci. Non c’è uno straccio di schema offensivo, non esiste una tattica che liberi al tiro un centrocampista fuori area, non c’è un’azione costruita con un movimento degli attaccanti che liberino spazi per gli inserimenti dei centrocampisti. Nelle mischie offensive, non esiste la suddivisione studiata dell’area di rigore avversaria. Non c’è un blocco per liberare un compagno. Si difende uno contro uno e contro giocatori come Eder e Muriel è un suicidio calcistico.
Col 120,67% di supremazia territoriale (dato Gazzetta.it), Viviano finisce per fare un figurone su due tiri dalla distanza. La Sampdoria aveva giocato 10 minuti nel primo tempo, creando un tiro in porta dal limite di Soriano. Per il resto, si è giocato dentro una metà campo. Sulla punizione dell’1-0, Keita in barriera si fa spostare come un bambino e De Sanctis arriva un quarto d’ora dopo che il pallone si è insaccato. L’1-1 arriva per un errore di Zukanovic che scala male su un cross di Digne, va addosso a Moisander che regala palla a Pjanic. Assist per Salah bravo a girarla sotto la traversa. Il 2-1 è un semplice contropiede a tre tocchi con Eder chiuso da Digne sull’esterno, tiro cross che passa in mezzo perché De Sanctis è due metri davanti al palo (fosse stato dove doveva essere avrebbe potuto bloccarla con semplicità) e svirgolata clamorosa di Manolas che se la mette dentro da solo.
Il risultato negativo è solo l’ultima martellata ad un muro praticamente crollato durante la scorsa stagione. La Roma di Garcia è arrivata al capolinea e chi non se n’è accorto è solo chi lavora per la Roma stessa. Se non si cambia guida tecnica, la Roma farà un’altra stagione di risultati di lustro, vittorie striminzite, tanti pareggi e alcune sconfitte cocenti. Alcune, perché la rosa è fortissima, forse la migliore.