(J. Manfredi) – Il risultato non deve trarre in inganno. Al contrario di quanto avvenuto domenica, stavolta la squadra di Garcia è stata decisamente sfortunata. La formazione blucerchiata è stata premiata oltremisura dopo una partita comunque encomiabile in cui tutti hanno davvero sfoderato una prestazione superlativa, pronta risposta dopo l’opaca prova di Torino.
ROMA, UNA PARTITA SFORTUNATA – La Roma ha poco da rimproverarsi: ha attaccato a lungo, è andata sotto subito dopo essersi vista negare un rigore, ha risalito la china e, proprio nel momento di maggior sforzo, in cui aveva chiuso gli avversari nella propria trequarti, si è vista trafiggere di rimessa, per di più per colpa di una sfortunata autorete di Manolas. Certo, molte cose andrebbero fatte meglio (vedi i cross e l’occupazione degli spazi a squadra schierata) ma non è certo questa la sera in cui Garcia merita i processi.
SAMP, LA VITTORIA DEL SACRIFICIO – La Samp, al contrario, si gode una vittoria prestigiosa che la rilancia al 4° posto in classifica. I tre punti sono il premio all’umiltà. La squadra ha saputo sacrificarsi, ha giocato con grande attenzione (oltre al monumentale Zukanovic meritano un pluso gli impeccabili Pereira e Fernando) e ha sfruttato al meglio le poche opportunità che le sono capitate. Più di così è difficile chiedere.
ZENGA CON CORREA TREQUARTISTA – Dopo il mal riuscito esperimento effettuato con il Sassuolo, Garcia stavolta è andato sul sicuro ripresentando la formazione che ha battuto la Juve con De Rossi riportato in difesa, Florenzi e Digne sulle fasce e Dzeko e Falque in attacco. Zenga ha risposto proponendo a sorpresa Correa nel ruolo di trequartista al posto di Soriano, arretrato in mediana, e poi ha cambiato due pedine in difesa inserendo Zukanovic in mezzo in sostituzione di Moisander e Mesbah a sinistra invece di Regini.
ROMA PERICOLOSA SOLO CON TIRI DA FUORI – La Roma ha faticato a prendere possesso del centrocampo ma ha comunque tentato di aggirare la difesa blucerchiata con le buone sovrapposizioni sugli esterni di Digne e Florenzi. Il problema della squadra di Garcia sono stati i cross, tanti quanto imprecisi, puntualmente preda degli avversari. Neppure l’uscita di Silvestre per infortunio ha fatto vacillare i doriani che hanno trovato in Moisander un ottimo sostituto, impeccabile in chiusura, specie sulle palle alte. Così per rendersi pericolosi i giallorossi nel primo tempo hanno dovuto affidarsi alle conclusioni dalla distanza: Nainggolan e Dzeko (12’ e 45’) non hanno inquadrato lo specchio da favorevoli posizioni, Pjanic, invece, ha trovato sulla sua strada un attento Viviano al 24’.
RIGORE NEGATO ALLA ROMA, EDER FA 1-0 – Nella ripresa la Roma ha ripreso a tessere la sua solita ragnatela ma non è stata fortunata: la cinquina arbitrale non si è accorta al 50’ di un netto fallo di mano di Moisander su un passaggio di Pjanic. L’azione è proseguita e, sul capovolgimento di fronte, la Samp si è procurata la punizione che Eder, con un siluro dei suoi, ha magistralmente trasformato confermandosi in un momento di forma strepitoso (6 reti in 5 giornate).
SALAH PAREGGIA, VIVIANO CONSERVA – La Roma si è rimboccata le maniche e, dopo aver impegnato altre due volte Viviano con Pjanic e Dzeko, ha meritatamente pareggiato (69′) con un sinistro sotto l’incrocio di Salah su assist di Pjanic. I giallorossi hanno insistito, installandosi nella trequarti avversaria, e sono andati vicini all’1-2 prima con un colpo di testa di De Rossi e poi con un sinistro a giro di Salah che ha trovato pronto un grande Viviano.
PATATRAC DI MANOLAS – Col passare dei minuti i giallorossi hanno finito per scoprirsi sempre di più e alla prima buona occasione (86′) la Samp li ha cinicamente colpiti: Eder, lanciato in area sulla destra, è andato via a Digne e ha messo forte e teso un cross in mezzo che Manolas ha maldestramente girato di sinistro sotto la traversa. Così, come l’anno scorso, l’unico romano a ridere è Ferrero. Per la Roma è già tempo di interrogarsi.