(F. Ferrazza) – Tutti pazzi per Dzeko. I romanisti sono letteralmente andati fuori di testa per l’attaccante bosniaco, capace di raggiungere, con il gol alla Juventus, i livelli d’attaccamento vissuti nei confronti di Batistuta. Erano anni che da queste parti non si vedeva un centravanti capace di cambiare da solo le sorti di una squadra, un numero nove che, in maniera naturale, è riuscito ad entrare in simbiosi con il suo nuovo pubblico. Un colpo di testa sotto la Sud, improvvisamente ricompattata dalla prodezza dell’attaccante, in delirio per la corsa del suo nuovo idolo, con le braccia larghe, a voler unire virtualmente tutti. Anche al City Dzeko era molto amato dalla tifoseria locale, per questa sua innata capacità di entrare nel cuore dei suoi sostenitori. E la Bosnia si è trasformata, improvvisamente, nella Nazione più amata dai giallorossi. “L’amore è Dzeko”, una delle frasi più rimpallate dai social, con un coro già dedicato al numero nove, che tra tanti olè ripete ossessivamente “ Dzeko Dzeko”. «Mi è piaciuto vedere l’entusiasmo di Edin in mezzo alla gente — il riconoscimento di Pallotta, ai microfoni di Roma Radio — era questa la personalità che cercavamo per completare la squadra». Il presidente, poi, commenta in generale il post — Juve. «Garcia ha avuto una seconda parte della stagione scorsa difficile, troppi infortuni e per questo abbiamo fatto dei cambiamenti e ora la squadra corre fino alla fine. Questo è il mio terzo anno, stiamo costruendo una grande squadra, con tanti giocatori forti». Poi un passaggio sulla Sud, rimasta in silenzio per contestare la divisione della Curva, imposta dal prefetto Gabrielli. «È stato frustrante vedere la partita senza i nostri tifosi più calorosi. Io non ho mai parlato contro la Curva Sud, ma solo contro le pochissime mele marce. Con la divisione la Roma non c’entra niente, non l’ha mai supportata, basta vedere il modello del nuovo stadio. Spero che anche chi non è convinto, ci supporterà». Se Dzeko è già amatissimo, non è da meno Digne, beccato in un video, diventato virale in poche ore, di un gesto di scherno nei confronti di Pereyra: il francese manda un bacio allo juventino, poi gli indica il tabellone, mimando il risultato con le dita. Un po’ alla Totti, del famoso “Quattro e a casa”. La squadra è intanto tornata a lavorare ieri a Trigoria per un defaticante leggero dopo la gara. Presente Maicon, che si era allenato tutta la settimana scorsa, poi a sorpresa non finito neanche in panchina, ufficialmente per un attacco influenzale.