Ci mancherebbe; a Leandro Castan bisogna concedere tutta la pazienza del mondo, e non solo perché ha vissuto un anno sul filo del rasoio, pieno di brutte notizie e lotte personali per allontanare non solo il possibile addio al calcio giocato, ma addirittura conseguenze molto più vitali e primarie. Leo è un guerriero, ma soprattutto un ragazzo innamorato di Roma e della Roma, della sua gente che lo attende come quando si è impazienti del ritorno dell’eroe dalla crociata.
Pensavamo tutti, dopo le prova da titolare in estate, di aver ritrovato il vero Castan, sicuro di se’ e atleticamente in forma, capace di risultare il migliore in campo a Lisbona ed a tratti anche nal trofeo Gamper contro il Barça. Eppure la prova di Verona alla prima di campionato ci ha riportato su un terreno minato: Leandro non è ancora pronto ne’ tranquillo, ha ancora qualcosa che manca e che va recuperato. Si, ok…ma che cosa di preciso?
Nessuno si è addentrato nei meandri di Trigoria per scoprire le reali condizioni di Castan, sempre convocato, sempre in gruppo per gli allenamenti ma mai più chiamato in causa in partita, quasi ai livelli del fantasma Norbert Gyomber. Il brasiliano, ripetiamo, merita di essere aspettato con calma e serenità, ma qualche dubbio sulle sue assenze consecutive è lecito. Ed ora, all’improvviso, tutti gli indizi parlano di un ritorno in campo a Palermo domenica pomeriggio.
Ritorno per emergenza? O perché ha realmente superato i presunti problemi (psicologici, fisici, altetici?) che lo hanno bloccato da fine settembre ad oggi? Sperando che il tempo ci chiarirà tali dilemmi, nel frattempo Castan corre in soccorso della sua Roma, con la certezza di voler dare tutto per ritenersi utile e recuperato. Farà coppia con Manolas e lascerà che De Rossi torni a fare il mediano, anche per l’emergenza a centrocampo vista contro il BATE. Ciò che è chiaro, ahinoi, è che l’affare Castan è l’ennesimo caso oscuro della gestione Rudi Garcia.
Keivan Karimi (Twitter @KappaTwo)