Alla vigilia della sfida casalinga contro l’Udinese, il tecnico giallorosso Rudi Garcia ha incontrato i giornalisti nella consueta conferenza stampa pre-match. Queste le sue dichiarazioni:
L’Udinese arriva da quattro risultati utili consecutive, 7 punti in 4 trasferte. Quali sono le insidie?
“La partita che arriva è sempre la più importante, è sempre più vero. Chi conosce bene il calcio sa che l’Udinese ha capacità, che ha fatto risultati importanti. Arriva da quattro partite senza sconfitta. Non guardiamo la classifica, ma so che ci saranno delle domande su questa cosa. È il momento di accelerare, non vogliamo difendere il primo posto, non difenderemo il primo posto, vogliamo attaccare i tre punti, vogliamo fare in modo di vincere partita dopo partita. I punti ci fanno stare bene in classifica”.
Può essere la vera forza della Roma lo spirito di sacrificio e la voglia di aiutarsi?
“A me non piace che voi torniate sulle prime due stagioni e non piace a me, ma non si finisce due volte secondi senza spirito di sacrificio. Posso dire che dall’inizio della stagione i ragazzi hanno dimostrato un atteggiamento collettivo che mi piace. Ovunque abbia allenato, ho detto che la star è la squadra, qui abbiamo i campioni ma deve restare così. Se ognuno gioca per la squadra, la squadra aiuta i singoli a mettersi in luce”.
Se si hanno a disposizione due giocatori istintivi come Gervinho e Salah come si spiega il loro lavoro di sacrificio, tatticamente o mentalmente?
“Serve che le cose siano chiare sul piano tattico. Non vale solo per loro due, Edin ha fatto una grande partita di aiuto, per la squadra. Ovviamente la squadra aiuterà Edin, è normale che sia così, farà tanti gol. Ma era l’unico modo per seguire la nostra strategia dopo il primo gol, per essere in grado di vincere la partita. Non dico che sia casuale, la squadra deve colpire in modi differenti e deve essere al servizio della giusta strategia per vincere. Domani sarà una gara diversa, vedremo cosa uscirà. Con la Fiorentina il gioco ci ha portato alla vittoria, pur con una strategia diversa”.
Castan sembrava in evoluzione con l’Empoli, Maicon ha giocato bene col Carpi, ma non scendono più in campo:
“Per quanto riguarda Castan, tra Verona e Roma-Empoli abbiamo visto che è tornato. In difesa serve avere automatismi e la concorrenza fa in modo che giochino i migliori. Leo lo sa bene, sta lottando per entrare in squadra, quando sarà il migliore andrà in campo. Poi ci sono tante partite, ognuno avrà la sua possibilità. Per quanto riguarda Maicon, ha giocato due partite migliorando, poi abbiamo giocato molto in trasferta e poco in casa, e visto il bisogno di essere più forti sul piano difensivo ho fatto scelte diverse. C’è un giocatore che nella mia mente può essere sopra un altro ma le cose possono cambiare, riguardando le prestazioni individuali. Sono attento a questo non solo in gara ma anche in allenamento, ci sono giocatori che meritano di giocare, ma finché si vince e c’è equilibrio non c’è bisogno di cambiare, e a volte sì”.
In pochi giorni si è passati dallo scoramento di Leverkusen al trionfo di Firenze e al primo posto. Cosa vi siete detti? Cosa sta cambiando in difesa?
“Questa cosa non la dobbiamo perdere, lo dico da almeno tre conferenze stampa, chi non segna ha difficoltà a vincere. Questa è una qualità di questa squadra, poi serve equilibrio. L’atteggiamento collettivo, un pareggio esterno in Champions e la vittoria di Firenze dimostra che la squadra sta facendo bene. Noi proviamo a migliorare sempre. Siamo rimasti positivi dopo Leverkusen, fortunatamente i ragazzi erano arrabbiati dopo quella partita, che si era messa male e poi bene, quando pareggi così mi aspetto dai giocatori che siano arrabbiati, è il giusto atteggiamento. A freddo poi bisogna sapere cosa abbiamo fatto, un pareggio esterno in Champions League non è mai un risultato scarso e la squadra ha risposto in modo fantastico dopo il 2-0, lo possono fare solo squadre forti mentalmente e nel gioco. Preferisco appoggiarmi alle cose positive che alle cose negative, anche se non sono stupido e le cose negative vanno corrette. Un giocatore in fiducia è molto più forte e osa di più di un giocatore che si è ridotto al lavaggio, perché ha pensieri negativi. Il mio lavoro è mostrare alla squadra che può fare bene”.
A Firenze la Roma è andata sotto il 30% del possesso palla, come col Barcellona. Contro questo tipo di squadre la Roma giocherà sempre così? A lei piace più la Roma di attesa o continua a credere che la parte migliore della Roma sia quella di Genova o Leverkusen?
“Dopo Borisov si aspettava di arrivare in testa? “Vuol dire che la verità di un giorno può essere ribaltata velocemente, specie giocando ogni tre giorni. Sappiamo che il nostro destino è questo e le cose possono cambiare velocemente. Mi sembra un atteggiamento giusto non cadere nel pessimismo e non essere euforici. Mi piace la Roma che vince, l’identità del nostro gioco è avere la palla e dare fastidio col pressing, che per colpa di Salah abbiamo fatto solo per 6 minuti. Non giochiamo in modi diversi, non era casuale, era dovuto all’atteggiamento tattico. Col Barcellona abbiamo deciso di aspettare, colpire in contropiede e tirare da metà campo (ride, ndr). Domani dobbiamo essere in grado di fare tutto, i giocatori sanno come fare e lo devono fare”.
Si aspettava dopo Borisov di trovarsi in vetta?
“La verità di un giorno può essere ribaltata velocemente. Quando giochiamo in Europa lo facciamo ogni 3 giorni, può cambiare tutto rapidamente. Non bisogna cadere nel pessimismo”.
Ogni giorno c’è un grande allenatore, un ex, un esperto che vede la Roma favorita per lo Scudetto. Si sbagliano?
“E’ normale, avete bisogno di pareri e questo è giusto. Forse, in futuro, non darò la mia su tutte le squadre del campionato. Ciò che cerco io è l’atteggiamento dei ragazzi. Se sono primi è perché se lo sono meritato. Vogliamo altri risultati buoni, ora non conta guardare indietro. Pensare che il match contro l’Udinese sia il più importante della stagione è l’atteggiamento giusto. Altrimenti poi ci addormentiamo”.
Manolas le ha giocate tutte. Domani rifiaterà?
“Kostas è forte, come tutti i greci. Non è un problema per lui. Scherzi a parte, per i centrali il discorso è differente. Non dico che facciano meno fatica rispetto agli altri, ma è un ruolo che richiede meno dal punto di vista fisico. Quando giochiamo bassi tutto il tempo come contro la Fiorentina non hanno modo di stremarsi. Lui lo vedo bene, ma soprattutto per nostra fortuna era infortunato prima della sosta delle Nazionali e ha potuto non arenarsi e recuperare al meglio per queste gare che ha giocato”.
Totti e Keita?
“Francesco e Seydou hanno avuto infortuni importanti sul piano muscolare. Non so quanto torneranno, ma al 100% lo saranno solo dopo la sosta. Tutti e due sono importanti, specie quando manca Daniele De Rossi e c’è bisogno di un regista come Keita”.
Dato l’ottimo cammino in campionato, sente che è arrivato il momento di scegliere tra la Serie A e la Champions?
“Mai. Io voglio vincere tutte le competizioni a cui siamo iscritti. Ovviamente il pane quotidiano rimane il campionato, questo è ovvio. Dopo è altrettanto ovvio che per vincere la Champions serve un miracolo, ma questi fanno parte della vita. Nel girone serve dare tutto, il girone vogliamo superarlo. Nella mia mente la partita contro il Bayer esisterà dopo l’Inter. Andiamo avanti di partita in partita”.
A Firenze si è parlato poco della prestazione di Vainqueur. Può essere il vice De Rossi?
“Sulla sua prestazione di Firenze, per ora, dico di sì. Aveva un compito preciso. Per lui era chiaro di non dover aiutare la cerniera difensiva, ma anzi doveva dare un aiuto davanti. Lo ha fatto bene. Poi deve dimostrare lui che è bravo a fare tutto. Se abbiamo l’altro verso di questo ruolo possiamo usarlo in tutte e due le manovre. Lui è umile, pensa alla squadra, sta imparando l’italiano, sta prendendo piacere nel far parte di questo spogliatoio. E’ una persona per bene, ora deve prendere personalità per andare avanti e mostrare che può essere più di una riserva”.
Redazione GazzettaGialloRossa.it