(G. Piacentini) – Dopo la brutta figura rimediata col Bate Borisov, è arrivata dalla Roma la reazione che in molti aspettavano. Nella vittoria 4-2 ottenuta a Palermo, però, ci sono tutte le contraddizioni attuali della formazione giallorossa, capace di dominare nel primo tempo e di rischiare nel secondo di riaprire una partita già vinta.
Lo sa anche Rudi Garcia, che aveva bisogno di tre punti per recuperare terreno, non solo in classifica ma anche agli occhi della piazza romanista che lo aveva messo in discussione. «Non avevo dubbi – l’analisi del tecnico – che una reazione sarebbe arrivata. La squadra c’è sempre, anche se a volte manchiamo di continuità. Tutto questo ci servirà in futuro per giocare una partita piena, c’è tanto da lavorare. La gara di Borisov non mi ha tolto la fiducia nei miei ragazzi, lì la responsabilità è stata di tutti, soprattutto mia. Se siamo uniti saremo più forti, se non lo siamo ci spariamo una pallottola nel piede. I giocatori devono dare sempre il massimo e questa rosa mi piace molto».
Non sarà il suo cocco, ma Gervinho ha avuto un ruolo importantissimo nella vittoria. Da quando è «costretto» a giocare centravanti per l’assenza contemporanea di Dzeko e Totti, l’ivoriano ha ritrovato la via del gol. Con i due di ieri è salito a quattro negli ultimi otto giorni, dopo quelli realizzati al Carpi e al Bate Borisov. Il primo a molti ha ricordato la prodezza di Higuain in Europa League contro il Legia Varsavia, il secondo ha chiuso una partita che rischiava di riaprirsi. «Non credo – le sue parole – che il primo gol sia stato il più bello della mia carriera. È stato un bello, ma per me i gol devono essere importanti e quello non è stato tra i più importanti che ho realizzato. Sono un attaccante e sono contento di essere tornato ai miei livelli, ho sfruttato l’occasione e ho aiutato la squadra. È stata una buona partita in cui siamo stati bravi a non ripetere gli errori commessi in Champions contro il Bate Borisov».