Una doppia operazione dolosa avrebbe preceduto la cessione del terreno sul quale dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma. Lo sostiene la procura che ha chiuso le indagini sul sito di Tor Di Valle. In nessun modo è coinvolta l’operazione immobiliare del costruttore Parnasi e l’unico sviluppo da questo punto di vista potrebbe essere su chi avrà diritto a intascare le rate dell’acquisto, se la fallita Sais o i suoi creditori. Quattro gli indagati, i fratelli Umberto e Gaetano Papalia, Umberto Ciccozzi, liquidatore della Ippodromo Tor di Valle, e Michele Saggese, ex amministratore unico della Sais. Secondo le indagini del pm Mario Dovinola e dell’aggiunto Nello Rossi il contratto di affitto del terreno rientrerebbe in un complesso meccanismo per distrarre fondi della società locataria, la «Ippodromo di Tor di Valle», costituita nel 2008 per la gestione del galoppatoio e fallita nel giugno 2013. Nella contestata a bancarotta rientra anche l’omesso pagamento dell’Iva fino ad accumulare debiti per oltre 22milioni di euro. In un altro e non collegato fascicolo di inchiesta proseguono gli accertamenti sul presunto rischio idrogeologico nell’area designata alla costruzione del nuovo stadio