(M. Cecchini) – C’era una volta una favola che doveva essere scritta con le prodezze di Bojan, Borini e Josè Angel. Ragazzi giovani, dalla faccia pulita, però presto schiacciati da un carico di aspettative superiori alle loro possibilità. Puntando (anche) su di loro, il primo presidente della Roma statunitense, Tom DiBenedetto disse nel suo italiano volenteroso: «Farò di Roma una regina». In realtà, quella squadra non riuscì ad entrare neppure a corte, ma da quel primo mercato a stelle e strisce sono passati 4 anni e la filosofia è quasi diametralmente cambiata. Cioè, le scommesse ora si fanno solo su baby fenomeni o presunti tali, mentre per la rosa della prima squadra si scelgono giocatori affermati, anche se magari avanti negli anni. E così, nell’ultimo biennio, hanno preso la via di Trigoria gente da vetrina come Maicon, Cole, Keita e lo stesso Dzeko.
GIOVANE E’ BELLO? I dati infatti raccontano come l’età media sia passati dai 25,67 del 2011-12 agli attuali 27,50, tenendo conto che l’annata in cui la linea verde è stata più alimentata è stata la 2013-14, la prima con Rudi Garcia in panchina, quando ci si è attestati a 22,69. Ovvio che le statistiche debbano essere prese in modo critico, perché è logico che spesso i giovani in rosa siano poco impiegati e la realtà invece racconti di un calcio affidato all’esperienza. Certo, se si pensa agli ottimi risultati di due stagioni fa verrebbe da dire: «Giovane è bello». Ma è proprio così?
SORRISI E K.O. Se esaminiamo le 5 stagioni Usa, vediamo che le formazioni più giovani schierate per ciascuna annata hanno rimediato 4 k.o. e un pari. Ecco i risultati. 2011-12: età media 25,2, Lecce-Roma 4-2; 2012-13: età media 24,3, Roma-Cagliari 2-4; 2013-14: età media 24,7, Genoa-Roma 1-0; 2014-15: età media 25,3, Palermo-Roma 1-1; 2015-16: età media 25,3, Bate Borisov-Roma 3-2. All’opposto, quando sono scesi in campo i «senatori» le cose sono andate bene. Ecco il dettaglio. 2011-12: età media 28,5, Napoli-Roma 1-3; 2012-13: età media 28,3, Roma-Siena 4-0; 2013-14: età media 29, Livorno-Roma 0-2; 2014-15: 29.7, Roma-Milan 0-0; 2015-16: età media 28.8, Roma-Carpi 5-1. Insomma, un risultato speculare, cioè 4 vittorie e un pareggio.
STROOTMAN E DZEKO Inutile dire che la formula perfetta non esiste, ma è sicuro che i campioni affermati aiutano a vincere. Il rovescio della medaglia, però, è dato dagli infortuni. Non a caso finora tre giocatori esperti come Maicon, Keita e Totti si siano già fermati per problemi muscolari. A proposito di infortuni, c’è da segnalare come Dzeko, in ritiro con la Bosnia, venga monitorato giorno per giorno ed è possibile che domani giochi contro il Galles, Strootman, invece, la prossima settimana effettuerà una visita di controllo sul ginocchio operato per la terza volta. Si confida in buone notizie.
TOTTI E DE ROSSI Certo, una squadra di campioni affermati costa, e non è un caso che il monte ingaggi oscilli intorno ai 120 milioni, ma magari con loro sarà più facile o aprire la cassaforte dei 50 milioni della Champions, senza contare il ritorno d’immagine che solo i big ti sanno dare. A questo proposito, ieri Totti (col laziale Keita) è stato scelto come testimonial per la giornata della meditazione, mentre De Rossi ha sponsorizzato la candidatura di Roma olimpica nel 2024. Insomma, nel giro di 4 anni la storia giallorossa ha cambiato programmi ma, come ha detto qualche settimana fa il d.s. Sabatini: «La coerenza estrema è un segno di pochezza intellettuale. E io sono coerente fino a un certo punto». Possibile che i risultati gli diano ragione.