(A. Pugliese) – Fino a poco più di una settimana fa il suo 2015 era griffato con soli 2 gol, segnati al Feyenoord. Negli ultimi 8 giorni la svolta: prima il centro col Carpi, poi la rete a Borisov, quindi la doppietta a Palermo. E dire che tre gol consecutivi in campionato non li segnava dal febbraio del 2014, quasi una vita fa. Quella del Gervinho scintillante, che andava via e non lo prendevi mai e che aveva fatto innamorare Roma tra serpentine, sterzate e fughe in velocità. Oggi il ghepardo ivoriano si sta riavvicinando a quei livelli. Perché è tornato a segnare con continuità e perché con i gol ha ritrovato il sorriso e la gioia di giocare. Provando anche a festeggiare con il quarto arbitro. Del resto, quando uno è felice succede anche questo, la gioia della condivisione oltre ogni logica. «È stata una settimana bella, direi anche speciale per me, sono felice di aver recuperato la condizione migliore. Non è stato facile, ho subìto tante critiche, tanti fischi. Ma ho sempre goduto della fiducia del mister e ora sono felice di essere tornato quello di sempre».
COCCOLE E CAZZATE Già, quello di sempre. Vai a capire però alla fine qual è il vero Gervinho. Quello versione deluxe del primo anno o quello un po’ impacciato e svogliato del post-Coppa d’Africa? Di certo, con questa raffica di gol da oggi – almeno per un po’ – si smetterà di dire che è il cocco di Rudi Garcia. «Questa è una cazzata – interviene il tecnico francese –. Quando non sta bene non gioca, quando sta bene come in questo momento gioca e aiuta la squadra. Segnando e difendendo». Anche se in fase di copertura lascia sempre un po’ a desiderare. Ma pazienza, alla fine non si può avere tutto. Intanto lui si gode quel gol pazzesco che nel primo tempo ha chiuso i conti, una rete simile a quella di Higuain a Varsavia contro il Legia. «Ma l’importante è che la palla rotoli dentro e la squadra vinca», dice Gervais. Che poi si lascia andare. «Non so se è il mio gol più bello, di certo lo metto sul podio, tra i primi tre. I gol più belli di solito sono anche quelli importanti. Ecco perché non è il migliore della mia carriera».
PACE CON I TIFOSI E allora, anche se quelli di ieri non sono gol che hanno regalato finali, trofei o vittorie speciali, valgono però molto perché aiutano Gervinho a ricucire un rapporto che sembrava oramai deteriorato. Quello con i tifosi giallorossi. «La risposta migliore è sempre lavorare – dice l’attaccante giallorosso –. Sinceramente non penso di dover rispondere a nessuno, di dover dimostrare qualcosa. Conosco il mio valore, so di cosa sono capace. È stato un momento un po’ particolare, diciamo delicato, ma sono contento di averlo superato».
SEMPRE PIU’ SU E allora l’ultimo passaggio è proprio sulla vittoria giallorossa, quella che rilancia la Roma nelle parti alte della classifica. «Abbiamo fatto una buona partita, ci siamo mossi bene, dimostrando di non voler ripetere gli errori di Borisov», chiude l’ivoriano. D’ora in poi parte ilGervinho 3.0. Sperando che sia quello deluxe del primo anno. Impressioni? Se tre indizi fanno una prova, l’ivoriano va a segno da tre gare. Proprio come quel Gervinho lì.