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GAZZETTA.IT De Rossi e Pjanic firmano la rimonta, poi il crollo
(F. Oddi) – Aveva vinto la prima gara giocata con la Roma in Champions, Rudi Garcia, ma da quel 5-1 al Cska Mosca del 17 settembre 2014 non ci è più riuscito, inanellando una serie di pareggi e sconfitte in cui la gara di Leverkusen avrà un posto di rilievo: 4-4, agonia, estasi e di nuovo amarezza. Dopo 19′ di torpore con i tedeschi che si portano sul 2-0, la rimonta esaltante che vale il 2-4, e il crollo finale, che lascia la squadra con soli 2 punti dopo 3 partite, e hai voglia a dire che intanto non si è perso, che sembra che non ci creda neppure chi lo dica (Nainggolan per primo, seguiranno altri).
AVVIO SHOCK — La partenza è da incubo, come a Borisov, con la differenza che qui l’avversario è più blasonato, e ne infila 2 invece che 3: Hernandez rischia di segnare dopo venti secondi deviando un tiro di Calhanoglu, ci riesce dopo 4′, su rigore, per un braccio lontano dal corpo di Torosidis, sfuggito all’arbitro ma segnalato dal guardalinee. L’ex Manchester United e Real Madrid si ripete al 19′, dopo un’azione da incubo difensivo: Digne perde palla, De Rossi non riesce a fermare il Chicharito che chiede il triangolo a Calhanoglu, e lo ottiene grazie a Rudiger, che dimentica completamente di salire, e lo tiene in gioco, Szczesny ci mette una pezza sul primo tiro, e si arrende alla ribattuta.
LA RIMONTA — La Roma, che si era resa pericolosa giusto con un tiro da fuori di Pjanic, chiede un paio di rigori rimediando due gialli – Nainggolan simulazione, De Rossi proteste – poi, al 28′, riesce a dimezzare lo svantaggio: Florenzi anticipato in angolo al momento del tiro, sulla battuta dalla bandierina Leno alza a campanile, Manolas di testa indirizza verso De Rossi, che controlla e mette in rete. Le palle inattive, decisive già sabato con l’Empoli, fruttano anche il pareggio, dopo che il Chicharito aveva sprecato un liscio di Szczesny mancando il 3-1 a porta vuota: punizione di Pjanic da trequarti, De Rossi si incunea nella difesa avversaria, spunta davanti a Leno e lo infila con un tocco sporco, tra coscia e ginocchio. Prima doppietta in Europa e terzo gol di fila, dopo quello di sabato, nel giorno delle 500 in giallorosso.
“MIRA” ANCORA IMPECCABILE — La ripresa si apre con una cavalcata di Gervinho tra 4 avversari, conclusa con un tiro sullo sterno di Leno, l’azione prosegue, e i tedeschi commettono l’errore di fare fallo su Nainggolan (che lo cerca molto): Pjanic ha il piede rovente, “fotografia” a Leno, che resta immobile mentre la palla calciata dal bosniaco finisce in rete. Dopo la rimonta la Roma arretra il baricentro e rischia parecchio in un paio di occasioni, sfiorando però anche il 4-2, al 70′: tiro di Florenzi, respinta di Leno, Iago Falque – subentrato a Salah – arriva per primo sul pallone ma centra la traversa, da distanza ravvicinata. Questione di poco, pochissimo: Gervinho parte in contropiede tra due difensori, rientra saltando Tah e poi mette sul sinistro dello spagnolo che non sbaglia: eccolo, il 4-2.
CROLLO FINALE — Szczesny chiude lo specchio a Brandt, ma al 40′ deve arrendersi a un sinistro carico di effetto di Kampl, un tiro della domenica, carico di effetto da posizione angolata, su cui il portiere polacco mette una mano sola, senza farci una gran figura: Garcia risponde ributtando nella mischia Dzeko, al posto di Gervinho. Non porta bene: ancora Kampl in azione, palla avanti per Wendell, che mette in mezzo, difesa giallorossa immobile e Mehmedi sbuca sul secondo palo, deviando il rete il pallone del 4-4. Roma in ginocchio, e al primo minuto di recupero rischia di prendere anche il quinto gol, ancora con il Chicharito Hernandez, che parte in contropiede e sfiora il palo in diagonale. Era assurda già così la gara, il nono sarebbe stato decisamente troppo.