(U. Trani) – Conte guarda solo all’Europeo. Non gli interessa altro. Anche se il team manager Oriali torna sulla questione più fastidiosa dei «troppi stranieri» titolari nei nostri di club, il ct alza le spalle e tira dritto. «E’ il solito ritornello, se ne parlava anche quando c’era Prandelli. Inutile insistere, devo lavorare con i giocatori che mi offre il campionato. Che è frizzante e bello, grazie alla Fiorentina, la vera sorpresa, al Torino e al Sassuolo. Sarà più divertente che in passato, perché presto emergeranno i veri valori». Non si arrabbia nemmeno con l’ultimo arrivato che è già tornato a casa: Berardi non ha niente, ma ha preferito curarsi. «La risonanza magnetica ha escluso lesioni muscolari, ma il giocatore, essendo una recidiva, non se l’è sentita di restare. Si è spaventato. Restiamo in ventisei». Ma visto che anche Santon non sta bene, in serata è stato convocato Antonelli.
LAVORO E QUALIFICAZIONE – «L’unica trappola è a Baku, sabato contro l’Azerbaigian». Conte è sincero. «Sarà una trasferta complicata: inaugurano il nuovo stadio e ci saranno sessantamila spettatori. E con Prosinecki sono imbattuti nelle qualificazioni. Hanno pareggiato, senza prendere gol, contro le nostre rivali Norvegia e Croazia. Lo ricorderò in questi giorni ai giocatori, perché io voglio la promozione subito. Abbiamo due match ball, ma conto di sfruttare il primo, per non aspettare la gara di Roma contro la Norvegia». Dopo pranzo, la lunga videolezione del ct per studiare gli avversari. «All’andata facemmo un’ottima partita. Il gruppo è cresciuto, aumentando le conoscenze. Ho quaranta giocatori, chiamo chi sta meglio e metto in campo chi ha le caratteristiche giuste. Anche Jorginho può venire». «Florenzi non è il nostro tappabuchi». Il romanista si prende il suo spazio pure in Nazionale, premio per la disponibilità.
AVANTI CON IL 4-3-3 – Conte, per la prima volta, lo ha inserito nella lista dei convocati da difensore. Come se non volesse urtare la società giallorossa (l’elenco è uscito il giorno prima della gara di Palermo). «Quando bisogna spingere, può servire partendo da dietro. E’ chiaro che deve lavorare molto per migliorare nella seconda fase». Ma per il ct il suo ruolo è a centrocampo: «Io lo vedo interno, in un reparto di tre uomini. Con me è stato anche esterno nei cinque o alto nei tre». E lì può giocare, con Pirlo e Verratti. Anche perché davanti, sui lati, toccherà a Candreva a destra e a Insigne (o Eder) a sinistra. «Avete visto, ora anche Sarri lo vede lì, come me. Non fa più il trequartista». Pellè sarà il riferimento centrale: «Sa stare da solo o con la seconda punta». Conferma il suo centravanti, allontanando Balotelli da Coverciano. «Anche se fosse stato bene, non lo avrei chiamato. Non basta un gol su punizione per trovare la porta aperta. Ha appena ricominciato. La Nazionale va meritata. Con la continuità e la voglia. Il discorso non vale solo per lui, ma per tutti». Anche la difesa resta la stessa. Darmian a destra e De Sciglio a sinistra, con Bonucci e Chiellini centrali. La Juve subisce tante reti (8 in 7 gare di campionato), la Nazionale di Conte no (5 in 8). «Dobbiamo essere più cinici, ma dietro di gol ne prendiamo pochi». Messaggio inviato a Torino.