(S. Carina) Alla fine ha prevalso il buon senso. O forse, la semplice logica del risultato. Perché nel momento in cui Edin Dzeko inizia il riscaldamento, Djuric (attaccante del Cesena) segna il gol del vantaggio della Bosnia. Una rete che permette a Pjanic e compagni (ora terzi) di respirare (alla fine 2-0 al Galles) e giocarsi la qualificazione agli spareggi nell’ultima gara del girone, martedì a Cipro. Dzeko (fermo ai box dal 26 settembre per una lesione di primo grado al legamento collaterale mediale del ginocchio destro) rimane quindi a guardare. In precedenza aveva saputo dire di no quando nella rifinitura mattutina, pur allenandosi con i compagni, aveva palesato qualche incertezza. Lo ha comunicato al ct Badzarevic che non ha potuto far altro che prenderne atto. Ma il patto tra i due era chiaro: se la gara non si fosse sbloccata, Dzeko avrebbe giocato gli ultimi 15-20 minuti. Non è servito e la Roma può così tirare un sospiro di sollievo. Ora a Trigoria si guarda con meno apprensione alla trasferta della Bosnia martedì a Cipro. A questo punto, se anche Dzeko dovesse essere schierato (magari a partita in corso), paradossalmente con quattro giorni in più di allenamento nelle gambe, l’impiego potrebbe rivelarsi un buon viatico per riavere a disposizione il centravanti già rodato per la gara con l’Empoli, prologo del match vitale martedì 20 ottobre a Leverkusen in Champions.
ANDAMENTO LENTO La Bosnia e la Roma hanno bisogno del miglior Dzeko. In questo avvio di stagione Edin ha segnato soltanto un gol (decisivo) contro la Juventus in 6 gare disputate, compresa la Champions. L’impressione è che sia stato più lui a mettersi a disposizione della squadra che il contrario. Emblema le prove contro il Verona (nella quale dopo 10 minuti ha iniziato a retrocedere quasi a centrocampo per avere palloni giocabili), il Barcellona (dove ha pensato esclusivamente a far salire la squadra, servito da lanci lunghissimi) e la Sampdoria. Contro i liguri, secondo le statistiche post-gara, ha giostrato di media a 30 metri dalla porta difesa da Viviano e l’unica volta che è andato al tiro è stato su azione personale, dopo aver dribblato due avversari, concludendo comunque da fuori area. Evidentemente c’è qualcosa che non va. Se la Roma ha a disposizione un centravanti che in Premier ha segnato 44 dei 50 gol negli ultimi 16,5 metri, vuol dire che il bosniaco va messo nelle condizioni di poter tirare in porta. Toccherà a Garcia trovare le soluzioni tattiche. Anche perché normalmente in carriera Edin è abituato a partire forte in stagione. Prendendo in considerazione gli ultimi 8 anni da professionista, il secondo anno al Wolfsburg segna 4 gol nelle prime 7 partite (saranno 22 alla fine). Nel 2010-11 fa ancora meglio: 5 reti in altrettante gare, 10 in 17 presenze sino a gennaio, prima di trasferirsi al City. Anche l’anno seguente, in Premier, va fortissimo: 7 gol in 8 gare disputate. Stagione seguente, ruolino di marcia simile: 5 gol nelle prime 7 partite giocate. Alla fine dell’anno, come accaduto già nella stagione precedente, le reti complessive in Premier saranno 14. Arriviamo al 2013-14: 31 presenze e 16 reti. Inizio al piccolo trotto: 2 reti in 5 gare, prima di un infortunio che lo tiene fuori per una ventina di giorni. Al rientro, segna col Norwich e si sblocca. L’anno scorso vive invece il momento più difficile: segna una doppietta all’Hull City, dopo un digiuno nelle cinque giornate precedenti. Il rapporto con Pellegrini non è più idilliaco, si fa male e a fine stagione racimolerà appena 22 presenze (11 da titolare) e 4 reti. Ricapitolando: solamente tre volte in carriera, oltre a questa con la Roma, Dzeko è partito con il freno a mano tirato. Negli ultimi due anni al City e il secondo anno al Wolfsburg. Quella che però si è rivelata poi essere la sua stagione più prolifica. È il 2008-09: prime 5 gare disputate, 0 gol. La prima rete in campionato la segna il 5 ottobre contro lo Schalke. Poi altri 20 giorni di letargo, prima dell’inutile 4-2 nella sconfitta col Bayern Monaco. Da quel momento non si ferma più: 24 reti in 25 gare. Garcia confida nel bis.