(M. Ferretti) – C’è un interrogativo che, da settimane, se non da mesi (anni?), rimbalza dalle case agli uffici, dalle redazioni dei giornali ai bar di ogni angolo della penisola: chi è, oggi, ilmiglior calciatore italiano? La risposta, qualche tempo fa, sarebbe stata semplice; anzi, ci sarebbe stato perfino l’imbarazzo della scelta. Se, ad esempio, si fosse presa in blocco la Nazionale campione del mondo nel 2006, oltre a Fabio Cannavaro Pallone d’Oro, almeno altri cinque, sei azzurri avrebbero meritato di salire sul podio del movimento nostrano. Oggi, invece, si fa più fatica: gli eroi di Berlino sono invecchiati, a dire il vero alcuni benissimo, e il discorso sulNumero 1 italiano deve per forza di cose essere riservato a giocatori più giovani. E, allora, via all’identikit. Dopo la partita di Baku, assente Marchisio, tutti a dire: come Verratti oggi non c’è nessuno. Giusto. Dopo la sfida dell’Olimpico alla Norvegia, assenti Marchisio e Verratti, titoli, titolini e titoloni per Alessandro Florenzi. Giusto anche in questo caso.
CORAGGIO, ALTRUISMO E FANTASIA Se un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia, Florenzi sul podio italico ci sta. E ci stapurebene.Alcocco dinonnaAurora, del resto,non manca nulla per poter ambire all’etichetta di migliore: non sarà il primo, forse, ma di certo non è il terzo.Luidovelo metti gioca,egioca bene. Dopo la partita della Roma contro il Barcellona, Daniele DeRossi si è sbilanciato: «Diventerà il terzino destro più forte al mondo». E, per riconoscenza, Ale l’altra sera all’Olimpico ha indossato la 16 di DDR. Poi, però, il ct Contelo ha impiegatoda intermedio, e ha fatto un partitone, anche perché spesso e volentieri si è trasformato in attaccante esterno. Qui non si tratta di esser o meno un “tappabuchi”: la verità è che Florenzi è talmente bravo (coraggioso, altruista e fantasioso) da rendere semplice tutto ciò che fa. Non (più) un jolly, ma un operaio specializzatissimo. Che, di questi tempi, non è sicuramente una diminuzio; anzi. Se mai, fa sorridere constatare che Super Ale per Rudi Garcia è ormai un esterno basso mentre per Conte è un centrocampista, anche se nell’elenco dei convocati il nomedel ragazzo di Vitinia era stato inserito tra i difensori. Insomma, il suo ruolo vero non è ancora definito, ma questo non gli impedisce di essere quasi sempre protagonista. Il gol alla prima di campionato a Verona poi quello di Palermo, giusto prima della sosta azzurra; e tra i due, la perla di Champions contro il Barça, quel cucchiaione da 55 metri al malcapitato ter Stegen.