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IL MESSAGGERO Garcia diventa Nereo Rocco

Garcia
Garcia

(A. Angeloni) – Alla fine l’ha vinta lui. Con la tattica. Proprio lui, quel Garcia che, dopo Leverkusen, si è beccato una marea di critiche. Magari questa Roma non piacerà agli esteti, ma fa quel che serve, almeno in campionato. Rudi stavolta ha organizzato una squadra dal sapore antico, capace di abbassare tutti gli attaccanti sotto la linea del pallone. Una sorta di Nereo Rocco o di Giovanni Trapattoni, tanto caro da queste parti.La Roma ha vinto con il classico contropiede o tu chiamale se vuoi, ripartenze. Così è se vi pare. Oggi conta il primato in classifica, che Garcia non si godeva da quasi due anni. «Eravamo venuti a Firenze per prenderci il primo posto. Abbiamo visto una Roma a due volti: pressare alto fino al gol del vantaggio e poi abbassarsi per poter ripartire. Abbiamo fatto positivamente entrambe le fasi e ora abbiamo preso fiducia sul piano difensivo. La Roma ha sofferto poco e questo mi rende felice. Tatticamente e mentalmente i ragazzi sono stati fortissimi. Tutti si sono aiutati, è la dimostrazione che ogni giocatore lavora per il branco. Con umiltà».

IL MUTUO SOCCORSO – Ed ecco come non ci sono problemi se esce De Rossi ed entra Vainqueur, così come Dzeko non si offende se deve seguire l’attaccante avversario fino alla propria area di rigore. «Sono stati bravi entrambi. Edin non stava bene, ma il fatto di aver giocato tutta la partita lo aiuterà a ritrovare la condizione. De Rossi? Per Milano penso sia recuperabile, ha preso un colpo contro l’Empoli, ha stretto i denti a Leverkusen. Sarebbe stato un rischio tenerlo in campo: ha fatto bene ad uscire. La mossa Salah? L’unica risposta ai fischi era giocare bene e fare gol. Non ha esultato per rispetto della Fiorentina ma ha fatto una grande partita. Ho parlato con lui per sapere se era tranquillo: il cartellino rosso è stato una grande sorpresa, lui non parla nemmeno l’italiano. Espulsione esagerata, ma Orsato ha diretto bene». Due paroline su Florenzi, poi. «Penso sia un calciatore di fama mondiale, un giocatore d’oro, perché può giocare in tre posti, stavolta ha fatto il terzino a destra, forse dovrebbe essere pagato come tre giocatori…».

SENZA OSTACOLI – Un pizzico di ironia e di vendetta verbale arriva quando gli chiedono chi è la vera avversaria della Roma per lo scudetto. «Un po’ di tempo fa eravamo scarsi tutti, dal direttore sportivo ai giocatori. Ora siamo primi e diventiamo i favoriti: facciamo la nostra strada che al momento ci piazza al primo posto. Faccio i complimenti ai tifosi che erano qua, abbiamo bisogno di loro anche all’Olimpico: prima dell’inizio della stagione ho detto che tutti insieme possiamo fare grandissime cose. Noi crediamo in noi ma vogliamo essere umili. La strada è molto, molto lunga».
Sono lontani i tempi in cui Rudi sosteneva che la Roma avrebbe vinto lo scudetto. «Io sono uno che dice le cose in base al momento, non c’è bisogno di tornare su questo argomento, era giusto farlo all’epoca e non ho rimpianti perché quelle parole hanno risollevato la squadra e alla fine siamo arrivati secondi. Adesso siamo in un’altra stagione e non è questa posizione in classifica che fa di noi i favoriti». Pensatelo pure, però.

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