(P. Liguori) “Voglio la testa di Garcia”: quando Sam Peckimpah, grande regista, precursore del genere “pulp” scrisse il suo film nel 1973, non poteva immaginare che nel 2015 a Roma si sarebbe scatenata una caccia all’uomo con obiettivo Rudi Garcia. Eppure è così, oggi in tanti vogliono la testa di Garcia, in modo feroce, senza ripensamenti.
E’ una richiesta esagerata anche valutando in modo spietato i suoi errori, reali e presunti. La formazione di Borisov nel primo tempo? Errore chiaro, corretto nell’intervallo, uguale a quello di Mancini contro la Fiorentina (e l’Inter ha protetto il tecnico). Il turn over con il Sassuolo? Risibile, non si ammazza per quello un allenatore. E allora? Tutti gli altri problemi di organico sono della società almeno quanto suoi e infatti la proprietà e i dirigenti ora sono intervenuti per difenderlo e dire che oggi a Palermo non rotolerà la testa dell’allenatore.
Eppure, la caccia continua, non si capisce neppure chi abbia dato il via al tam-tam di radio e giornali. È Roma, probabilmente che è fatta così: dai tempi del Colosseo, il pubblico chiede sangue quando non si diverte abbastanza. E se la Roma alla fine del campionato sarà seconda, sentirete moltissimi sostenere che avrà perso lo scudetto.