(A. Angeloni) L’attacco al cuore dello scudetto non può che passare dallo stadio Meazza in San Siro. La Roma visita l’Inter, che a quel tricolore crede in uguale misura, almeno così dà a vedere. Stasera, la prova di forza è per entrambe: chi vince dà un segnale alle altre, o forse a una sola, il Napoli. I giallorossi, con i tre punti in tasca, si convinceranno definitivamente di essere la squadra più forte del campionato; i nerazzurri, vincendo, capiranno se il gruppo avrà compiuto quel passo che ti trasporta dal limbo al paradiso. Una sfida più importante per l’aspetto psicologico che non di classifica, anche se staccare Mancini per Garcia non sarebbe certo cosa da buttare via.
DIVERSITÀ FISICHE – La Roma gioca in tanti modi, l’Inter in uno solo. A Firenze s’è vista la doppia faccia dei giallorossi: prima molto offensivi, pressing e ritmo alti, poi la ripartenza, che una volta si chiamava contropiede, figlio del catenaccio. Ma la palla è sempre a terra. L’Inter propone un calcio molto fisico, fatto di corsa e sostanza, con davanti un centravanti killer e una seconda punta di qualità, abile nell’andarsi a cercare spazi e colpire, in questo sono bravi sia Jovetic sia Ljajic. Il risultato è che Roma e Inter sono il miglior attacco del campionato (venticinque reti) e la migliore difesa (appena sette gol subiti). Si ripetono gli stessi numeri della vigilia di Fiorentina-Roma, con i viola che avevano ancora la porta inviolata al Franchi prima della sconfitta firmata Salah-Gervinho. Roma e Inter sono gli opposti un po’ in tutto: la squadra giallorossa segna più di tutte in trasferta, dieci i gol fin qui, l’Inter è invece la squadra che subisce di meno in casa, appena tre reti. Mentre la Roma è la formazione del campionato con più giocatori andati a rete, 12 (13 con Torosidis in Champions League), l’Inter è riuscita a mandare in gol solo 5 calciatori, peggio ha fatto solo il Bologna con 4.