(U. Trani) – La prima vittoria, da quando è in Italia, contro il Palermo (4-2), non la scorderà mai: Garcia, nel pomeriggio al Barbera, può aver trovato, una volta per tutte, la Roma. Nella gara più delicata della sua gestione, ha raccolto il massimo che non è solo il secondo successo di fila in campionato (quarto posto), ma la quadratura della squadra, intesa come sistema di gioco e interpreti, senza che abbiano inciso le assenze pesanti, soprattutto quella di Dzeko. Quando riavrà pure gli infortunati, soprattutto Dzeko, la situazione sarà sicuramente migliore. Intanto, in 2 gare, ha recuperato 5 punti all’Inter di Mancini, la rivale più pericolosa tra quelle davanti in classifica che ora ha solo 2 punti di vantaggio.
LOGICA E COMPATTA Anche il Palermo si è arreso, l’unica squadra fin qui ancora non battuta dal francese. Garcia, però, ha pensato più a se stesso e alla Roma. E ha scelto la semplicità per uscire dalla crisi, ripartendo dalla formazione utilizzata nella ripresa a Borisov. Martedì scorso contro il Bate, sotto di 3 reti, gli riuscì quasi la rimonta: 2 gol nel secondo tempo e la traversa colpita da Florenzi. Così, contro i rosanero di Iachini che adesso contano 4 sconfitte consecutive, ha scelto lo stesso assetto, sicuramente più equilibrato, e ha sistemato i giocatori al proprio posto (leggi nei loro ruoli). E’, dunque, ripartito con il 4-4-1-1, utile per passare al 4-2-3-1 in fase offensiva, con Torosidis terzino destro, Florenzi esterno di centrocampo sulla stessa fascia, Pjanic regista accanto a Nainggolan, Iago Falque a sinistra davanti a Digne e Salah seconda punta dietro a Gervino, lasciando l’assoluta libertà ai due attaccanti. In 27 minuti la Roma si è presa la partita con le reti di Pjanic, Florenzi e Gervinho. Meno di mezz’ora, proprio come è successo in Bielorussia, per chiudere il discorso. Stavolta, però, a favore dei giallorossi: il 4-3-1-2 di Iachini è stato frantumato dalle ripartenze di Gervinho, Salah, Florenzi, Iago Falque, Pjanic e Nainggolan. In avanti con 6 uomini, a difendere con 8. Szczesny ha rischiato poco o niente, traversa di Vazquez con un colpo di testa sul 3 a 0, e solo nella ripresa Manolas e De Rossi hanno sbagliato qualcosa senza mettere però a rischio il risultato. La normalità, miglior cura per la fenomenite degli ultimi tempi, ha funzionato. Niente più turnover extralarge, decisione fatale, dopo il pari con il Barça, per la gara poi pareggiata contro il Sassuolo all’Olimpico.
BRIVIDI DA EVITARE Iachini, dopo l’intervallo, tenta la rimonta, imitando il Garcia di Borisov, passando dal 4-3-1-2 al 4-3-2-1 e affidandosi a Gilardino. Che, svelto a buttarsi alle spalle di Manolas e soprattutto De Rossi, ha creato qualche disagio alla difesa della Roma. La stanchezza della gara di Borisov viene a galla nella ripresa. Digne ha subito la palla del poker, ma proprio Gilardino, con Pjanic momentaneamente a terra e i compagni che ingenuamente non si fermano, si toglie la soddisfazione di realizzare il primo gol stagionale (11° ai giallorossi) e di sfiorare anche il bis con Szczesny reattivo nella risposta. Garcia, per evitare altre sorprese, utilizza i panchinari mai visti: Emerson e Gyomber. Con il debutto del diciassettenne Soleri in Champions, salgono a 26 i giocatori utilizzati in 9 gare (25 in campionato). Il primo, terzino sinistro, e l’altro, difensore centrale, finiscono a centrocampo, a fare gli esterni, al posto di Iago Falque e Florenzi. Tra i 2 debuttanti, anche la terza sostituzione: Uçan per Salah, con Pjanic avanzato dietro allo scatenato Gervinho. Che segna nel recupero, su assist del turco, dopo la rete di testa, sempre oltre il 90°, di Gonzalez, e permette alla Roma di avere il miglior attacco del torneo con 17 reti.