(F. Balzani) – Tre gol in mezz’ora e una rimonta sventata nella ripresa. La Roma contro il Palermo fa il Bate e si porta a -2 dall’Inter scacciando per il momento l’aria di crisi che aleggiava su Trigoria e abbassando ulteriormente la quota scudetto dei bookmakers grazie al ritrovato Gervinho. Al Barbera sembra tutto facile tanto che dopo appena 27’ (proprio il numero di maglia dell’ivoriano) il tabellone già segna 0-3 per i giallorossi: apre Pjanic, poi Florenzi e la prima magia di Gervais che ha ricordato la prodezza di Higuain a Varsavia. Nella ripresa però Garcia si complica la vita e dopo il gol di Gilardino e la zuccata di Gonzalez deve ringraziare ancora il suo pupillo tornato ai livelli della Roma dei record. «Chi dice che Gervinho gioca perché è il mio cocco dice una cavolata (eufemismo, ndr). Nella mia squadra gioca chi sta meglio, sempre», ci tiene a precisare Garcia anche se in passato non sempre è stato così.
L’ivoriano, al 4° gol di fila in tre partite, ha finalmente sconfitto la maledizione post coppa d’Africa che aveva convinto la Roma a cederlo in estate. La grande capacità offensiva, però, si è scontrata ancora una volta coi problemi difensivi in un reparto che perde per almeno 3 settimane Rüdiger (distrazione al collaterale sinistro) attende ancora Castan («ma il suo momento sta arrivando», assicura Garcia) e ha chiuso per la 5ª di volta di fila la partita con almeno un gol subito. «Spero però non servano ogni volta 4 gol per vincere una partita – ammette il tecnico – Questo è un grande gruppo e per questo sono sereno, anche se a volte manchiamo di continuità e anche oggi abbiamo regalato almeno un gol. La responsabilità di Borisov è di tutti in particolar modo mia, ma non mi toglie fiducia. So che possiamo fare tante belle cose. Prima dell’inizio del campionato ho detto che se siamo uniti ovviamente saremo più forti. Se non lo siamo ci spariamo una pallottola nel piede e saremo meno forti. Ora riposiamo poi ricominciamo a vincere».