(M. Pinci) – Il re è morto, evviva il re. A Borisov se n’è andata, forse per sempre, la Roma degli ultimi anni, a Borisov è nata la nuova Roma: i tre gol in mezz’ora subiti dai modesti bielorussi hanno destituito il dogmatico 4-3-3 del possesso palla aprendo la strada nel secondo tempo di quel match a una nuova via: un ritorno al passato, o al futuro, battezzato dopo appena 180 secondi a Palermo. Dopo gli scricchiolii e le incertezze di settembre, la Roma s’è ritrovata: ora per il titolo c’è anche Garcia.
RITORNO AL FUTURO – Ha riportato Gervinho al centro del villaggio, riavvolgendo la macchina del tempo fino a due anni fa. Il segreto della rinascita forse è tutto, o quasi, in questa semplice mossa. Riannodare i fili del tempo: l’ultima Roma davvero convincente era forse quella della prima stagione italiana di Rudi Garcia. Quella di oggi la ricorda da vicino, una sorta di “ritorno al futuro”: ridotto il possesso sterile che aveva segnato l’ultimo anno, ricerca costante dello spazio in verticale, inserimenti senza palla, tutte caratteristiche che avevano inaugurato la gestione Garcia nel 2013. Non a caso con una Roma “antica” l’anarchica ala ivoriana è tornata al potere: 4 gol in 3 partite, oltre alla traversa di tacco che ha lasciato senza fiato il Barbera. E poi Pjanic, finalmente vero uomo-squadra, a cucire il gioco da dietro senza perdere efficacia davanti: 3 gol e 3 assist fino a oggi, roba da palati fini. Come il 2-0 di Florenzi, non a caso restituito al ruolo di ala, lo stesso di due anni fa.
TORNANO I GOL: A PALERMO IL PIÙ VELOCE DELL’ANNO – Così sono tornati anche i gol: aveva chiuso l’ultima stagione con il 12esimo attacco della serie A, la Roma. Ora nessuno ha segnato quanto lei: 17 gol in campionato, 11 nelle ultime 3 gare ufficiali, Champions compresa. Va segno ininterrottamente da 18 partite di serie A, una striscia che nessun altro in Italia può vantare attualmente. E i 108 secondi che ha impiegato per sbloccare la partita di Palermo rappresentano la rete più veloce di questo campionato, il segno che le difficoltà sotto porta sono magicamente evaporate. Attenzione però perché non tutto luccica: restano i segnali inquietanti della ripresa, i dubbi nella gestione degli uomini (perché nel momento di difficoltà entrano due esordienti assoluti più Uçan?), gli infortunati che faticano a tornare, da Castan a Rudiger (ne avrà per quasi un mese, il ginocchio è ancora molto gonfio per un problema al collaterale). E Quello che potrebbe diventare un nuovo problema.
CASO DZEKO, LA BOSNIA LO VUOLE IN CAMPO – Nella settimana delle nazionali, rischia di sbocciare infatti un autentico “caso” Dzeko: il ct bosniaco Mehmed Baždarevi infatti ha convocato il centravanti, ai box dal 26 settembre per una lesione al collaterale. La Roma vorrebbe trattenerlo e ha messo in moto la diplomazia, decisiva è però la volontà del calciatore, che ha insistito per poter andare in vista delle partite con Galles e Cipro, in cui la Bosnia si giocherà tutto. Proprio nel match del 13 ottobre a Nicosia, che chiuderà il girone, Baždarevi? vorrebbe impiegare Dzeko: prima di quanto non consiglino i medici di Trigoria. Dove il timore è che un impiego anticipato possa comportare dei rischi per il ginocchio. Il centravanti almeno fino a mercoledì resterà a Roma per continuare le terapie con lo staff giallorosso. E alla società ha dato la propria parola: non correrà rischi inutili, scenderà in campo soltanto se si sentirà perfettamente guarito. Ai giallorossi non resta che sperarlo.