Leandro Paredes ha appena finito di allenare Skorupski, il suo piede destro messo al servizio dei portiere dell’Empoli. Uno degli ultimi a lasciare il campo, un cinque ai tifosi presenti e poi via verso gli spogliatoi. Non quelli della sua Bombonera, certo, sicuramente però quelli che per ora, in Italia, gli stanno regalando le soddisfazioni più grandi: “Mi trovo bene per fortuna, sono pochi mesi che sto qui e spero di trovarmi sempre meglio. Abbiamo fiducia nella nostra squadra, dobbiamo continuare così e lavorare”. Leandro ha gli occhi grandi, il sorriso sincero. Per lui, argentino di San Justo (a due passi da Buenos Aires) non è stato difficile ambientarsi ad Empoli. Strano? No, perché Paredes è un ragazzo di 21 anni “tranquillo come questa città”. Non ha bisogno di eccessi o lusso, gli basta la sua casa, che raggiunge a piedi dopo ogni partita al Castellani, dove ritrova la “moglie Camila e mia figlia Victoria, cerco di passare più tempo possibile con loro. Poi quando tornerò in Argentina, starò bene bene…”. Eccola, per Paredes, un po’ di nostalgia di quella terra che cerca di sentire vicina. Anche guardando il suo Boca campeon in tv, per esempio.
“Una soddisfazione grande, non vincevamo da tanto tempo. Siamo felici”, racconta aGianlucaDiMarzio.com, a cui confida anche la passione per quel “Tevez che per noi è un idolo, per fortuna ha fatto bene e ci ha fatto vincere lo scudetto”. Con la 10 sulle spalle di un’altra leggenda di casa Boca, Riquelme. Per Paredes è soprattutto un amico, prima che un peso. Già, perché quell’etichetta di nuovo Riquelme aveva colpito anche lui, ma oggi Juan Roman è “molto importante per me: ero molto giovane e lui mi ha aiutato tantissimo, ho un grande rapporto con lui. Ci sentiamo spesso, si preoccupa di me e della mia famiglia, mi suggerisce come giocare, mi carica, mi dice di sfruttare questa possibilità”. I ricordi più belli? Le vittorie, “scudetti e Copa di Argentina”.
I successi, già. Quelli che Paredes spera di vivere in giallorosso. “Salvarmi ad Empoli e tornare a Roma”, racconta, là dove prima di tutto ha lasciato un amico: “Iturbe è quello con cui ho legato di più, è vero. Stavamo sempre insieme, e anche ora quando abbiamo 1-2 giorni liberi ci vediamo. L’estate? E’ stata difficile per lui, non sapeva cosa fare. Lui voleva andare a giocare, poi gli hanno detto di rimanere. Per me ha fatto la scelta giusta, alla Roma farà bene”. Per un argentino che è rimasto, un altro – Paredes – che se ne è andato di nuovo, in prestito: “Sabatini mi ha detto di venire qua perché sapeva che era una piazza giusta per stare bene, Garcia voleva rimanessi a Roma poi però mi ha detto che l’importante era giocare”. Con un sogno in più? “Sì, la Nazionale. Ma prima devo fare bene qua…”. Storia, e presente, di un argentino ad Empoli. Dalla Bomboneraal Castellani, la vita tutta Boca y futbol di Leandro Paredes.
Fonte: gianlucadimarzio.com