Radja Nainggolan è diventato insostituibile. Per Rudi Garcia, che lo ha mandato in campo in 16 partite tra campionato e Champions da fine agosto (gli ha risparmiato solo 57’ contro il Frosinone, 3’ contro la Sampdoria e 55’ contro l’Empoli), ma anche per Wilmots, ct del Belgio che lo aveva escluso agli ultimi Mondiali («Meritavo un posto — ha detto e ribadito più volte il Ninja — ma il passato ormai è passato»). Dal 3 settembre Wilmots non lo ha mai tolto dal campo, gli ha fatto giocare 90’ contro Bosnia, Cipro, Andorra, Israele e Italia, coprendolo in ogni occasione di complimenti. Anche nel suo paese sta diventando sempre più importante: i media gli dedicano articoli e servizi tv e anche la sua attività sul web lo aiuta parecchio, visto che ha oltre 335mila followers su Twitter.
Archiviata la Nazionale, c’è il campionato che chiama: sabato la Roma è attesa da una difficile trasferta a Bologna. L’ultima vittoria giallorossa contro gli emiliani porta proprio la firma di Nainggolan: era il 22 febbraio 2014 e Radja segnò di destro su assist di Pjanic. Quella vittoria fu importante per sigillare il secondo posto, sabato prossimo invece servirà per provare a prendersi la vetta della classifica. «Quest’anno tra club e nazionale spero di vincere qualcosa — ha ammesso Nainggolan prima della sfida contro l’Italia —. Gioco in due squadre molto forti, penso di avere la possibilità di poterlo fare».