(S. Carina) – Stavolta il derby lo ha vinto lui. Certo, sul risultato finale pesano l’errore dell’arbitro Tagliavento, il ciclone-Gervinho, lo splendido Nainggolan e il muro eretto dal tandem Ruediger-Manolas. Tuttavia mai come stavolta Rudi Garcia è stato bravo a studiare la partita. Due le mosse decisive: 1) Affidarsi, a differenza di Pioli, ai calciatori che gli davano più garanzie sotto l’aspetto della condizione atletica (rinunciando così alla personalità di De Rossi, Maicon e Florenzi) 2) Mettendo in marcatura Iago Falque sul faro biancoceleste, Biglia. Due scelte che lo consacrano il signore dei derby: 3 vittorie e due pareggi da quando è a Roma che si sommano ai tre successi e un pari quando a Lille si confrontava con il Lens, in quello che in Francia è conosciuto come il derby del Nord.
GRAZIE AI TIFOSI A fine gara, Rudi è raggiante: «Dovevamo vincere e lo abbiamo fatto. Il risultato è strameritato. Mi è piaciuto quasi tutto e potevamo anche fare il terzo gol. La squadra ha mostrato qualità individuali e collettive, coraggio, organizzazione difensiva, aggressività, voglia e sana cattiveria. Il rigore dato a Dzeko? È una questione di millimetri. Se l’intervento è sul piede è fuori area, se invece è sul ginocchio è sulla linea che fa parte dell’area. Comunque preferisco parlare di calcio e non di episodi, senza dimenticare che forse mancano anche due espulsioni… E poi non sarebbe cambiato nulla, rigore o non rigore, la Roma ha meritato di vincere. Abbiamo dato tutto in campo, complimenti ai ragazzi, peccato solo che si sia giocato senza le due curve dell’Olimpico». Un tasto dolente, quello del tifo, che non gli fa dimenticare «chi era allo stadio ad incoraggiarci ma anche la Curva Sud che è venuta sotto il nostro albergo. Ci ha fatto piacere, ma spero si risolva presto questa situazione perché abbiamo bisogno di uno stadio in cui si respira un ambiente a supporto della squadra». Torna poi sull’analisi della gara: «Erano sette nuovi giocatori a iniziare questa partita e giocare un derby non è mai una partita normale. Ci siamo però concentrati solamente sull’atteggiamento tattico della Lazio. Sapevamo di dover fare pressing, segnare nel primo quarto d’ora e poi abbassarci un po’ colpendo in contropiede. I ragazzi sono stati bravi individualmente e sulla sana cattiveria, hanno meritato e sono contento per tutti perché ci sono alcuni che erano stati criticati e la risposta viene sempre dal rettangolo verde». Il riferimento è a Ruediger ma la nota di merito Garcia la regala a Iago Falque:«Somiglia un po’ a Florenzi, è molto intelligente e utile ed è soprattutto un formidabile giocatore di calcio. Su Biglia è stato bravissimo». Poi elogia anche «Dzeko, Nainggolan e Manolas. Sono contento che loro tre abbiano preso questo gruppo per mano e l’abbiano portato a fare questa partita.
PAURA E GAFFE In una giornata trionfale, perde il buon umore soltanto quando in televisione gli fanno rivedere il fallo commesso da Lulic su Salah: «Speriamo non sia grave, ma se non si è fratturato la caviglia destra (sembra escluso, ndc) è un miracolo. Fallo da espulsione? Le immagini sono ovvie… L’incolumità dei giocatori va sempre protetta». È comunque su di giri. A tal punto che nel congedarsi dalla sala stampa, commette una gaffe: «Se adesso che mi sono ben calato in questa realtà mi sento il tecnico ideale per la Roma? A parte il Papa e Totti, l’unico altro re di Roma è il Libanese della serie tv ‘Romanzo Criminale’ che sto guardando. Anzi, scusatemi, adesso vado che ho una puntata da vedere…».