(S. Carina) «La Roma non tornerà sul mercato di gennaio a meno che non ci siano condizioni traumatiche come quelle di Salah. È stato un danno enorme per noi». Firmato Walter Sabatini. Ospite alla presentazione de ‘La grande Roma di Liedholm’ di Luciano Tessari (allenatore in seconda del Barone), il ds torna a parlare. Dopo aver provato, non riuscendoci, a glissare sulla protesta della Curva Sud («Con tutto il rispetto dei tifosi, lavoro per loro ma il mio rapporto con la curva si è incrinato quando hanno chiamato i ragazzi per sputargli con la Fiorentina. Ho provato disagio e mi ha segnato. Mi hanno detto che gli avevano chiesto di togliersi la maglia») il suo è un crescendo che ricorda per toni, inizialmente soft e poi quasi urlati, il Bolero di Ravel. Tra un primo bilancio stagionale («Direi positivo, se ci fosse stato il meritato pareggio di Milano saremmo stati più contenti. Lo scudetto? Non sarà soltanto un duello a tre con Napoli e Inter ma più largo. C’è anche la Juve»), considerazioni autoreferenziali («Iturbe? Lo riprenderei. Tra dare e avere riesco sempre a fare saldi positivi, quindi me lo posso permettere di pagare un po’ di più un calciatore»), indicazioni di mercato («Benatia? È del Bayern Monaco e non tornerà») e difesa del proprio operato («Le commissioni? La Roma è brutalmente onesta, tanto onesta da farsi del male. Perché l’onestà, come la verità, fa male. Sarebbe molto più facile intascare qualche liretta. E poi ricordate che pago quante commissioni voglio, se ritengo di doverle pagare»), si inalbera quando gli viene chiesto se la Roma ha bisogno di esterni difensivi. Sabatini guarda il suo interlocutore e parte all’attacco: «Ancora con questa storia? Florenzi è più forte di Dani Alves. Avete deciso voi che non può fare il terzino, io e l’allenatore sì. Poi a destra abbiamo Maicon, campione incommensurabile, e Torosidis. Senza contare Nura, un fenomeno. A sinistra c’è Digne che è invulnerabile e Emerson, un buon giocatore. La storia lo dirà. Basta con questa coperta corta!».
PORTA GIREVOLE – Nonostante le rassicurazioni sull’immobilismo nel prossimo mercato, conoscendo il modus operandi del ds appare improbabile che la Roma rimanga a guardare. E in effetti un paio di colpi sono stati già assestati, pronti ad esser girati al Frosinone per l’impossibilità di tesserare altri calciatori extracomunitari. Il primo è il carioca Gerson: «Ancora devo decidere ma effettivamente c’è la possibilità di mandarlo in prestito in Italia», ha glissato Sabatini. L’altro è Alisson, portiere dell’Internacional. Con il club l’affare è pressoché definito per una somma vicino ai 7 milioni. E ieri il ds ha pressoché congedato Szczesny: «Cercheremo di trattenerlo ma conosco troppo bene Wenger e l’Arsenal. Per l’anno prossimo ci siamo già coperti». La Roma è stata brava a bloccare il 23enne brasiliano quest’estate. A confermare l’interesse giallorosso è stato proprio il diretto interessato, i primi giorni di settembre: «So che c’è stata questa offerta del club italiano ma quello che mi è stato prospettato è che rimarrò all’Internacional almeno sino a gennaio». Ulteriori conferme arrivano indirettamente dalla società frusinate che negli ultimi giorni ha rifiutato proposte avanzate da alcuni agenti relative all’acquisizione di calciatori extra Ue, perché in prospettiva già occupati. Appunto, da Gerson e Alisson. Verranno trovate sistemazioni in prestito anche per Uçan («Lo riscatterò») e Iturbe. Dopo il pressing estivo del Genoa, conclusosi con il voltafaccia di Sabatini, il Torino ha effettuato un sondaggio. «Deve tornare a giocare come faceva da bambino», l’input del ds. Lontano da Roma sarà più semplice.