(S. Carina) Non bastava Salah, ora si è fermato anche a Gervinho. La Roma (almeno) per Bologna perde le sue ali. L’ivoriano, atteso oggi nella capitale, tiene tutti sulla corda. Martedì, nel match valido per le qualificazioni mondiali contro la Liberia, al minuto 72 si è toccato il flessore della coscia destra, chiedendo la sostituzione. Con Gervais è sempre difficile fare previsioni: sia in campo (per gli avversari) che nel diagnosticare gli infortuni e i rientri in Italia. L’ultimo è slittato a oggi. Il motivo è da ravvisare nell’incontro al quale ha partecipato ieri, insieme al compagno di nazionale Gradel, con Guillaume Kigbafori Soro, ex primo ministro della Costa d’Avorio (dal 2007 al 2012) e attuale presidente dell’Assemblea nazionale ivoriana. Quale sia l’esito degli esami strumentali che svolgerà nel pomeriggio (alcuni media locali rassicuravano sul fatto che ‘non dovrebbe essere nulla di grave’) appare improbabile pensarlo disponibile per la trasferta di Bologna. Sinora Gervinho è stato l’uomo in più di Garcia: 6 gol in 10 gare in campionato (con l’ottima percentuale realizzativa del 46%, avendo tirato appena 13 volte), tra gli attaccanti giallorossi è quello che ha recuperato più palloni (23), collezionato 29 dribbling (secondo soltanto a Salah con 31) e da solo ha creato 12 occasioni da rete per i compagni.
Senza di lui e l’egiziano, la Roma cambia volto. Perché i sostituti – Iturbe, Iago Falque e all’occorrenza Florenzi – sono anch’essi esterni ma con caratteristiche diverse rispetto ai due africani. I primi due sono degli sprinter nati, amanti del dribbling, che permettono a Garcia di abbassare il baricentro del gioco per poi sfruttare le loro doti di centometristi. In quest’ottica, il calciatore che somiglia di più a Salah e Gervinho è Iturbe. Arrivato a Roma un anno fa con l’etichetta del colpo dell’estate (23,1 milioni di cartellino, 1,6 di commissioni e 2,5 di bonus da versare al Verona, per un totale di 27,2), sinora ha oltremodo deluso. Un paio di acuti nella passata stagione (i gol al Cska Mosca e alla Lazio) e poi un’involuzione continua. Attualmente nelle gerarchie di Garcia è all’ultimo posto. Ora il destino gli concede l’ultima chance. Quella da sfruttare, magari, non tralasciando i consigli del suo mentore, Sabatini, che qualche giorno fa lo ha invitato pubblicamente a «giocare come faceva da bambino, in piazzetta e a non farsi imbrigliare dal disegno tattico». Sabato, se sarà titolare (c’è sempre l’ipotesi di alzare Florenzi nel tridente offensivo e inserire Maicon o Torosidis come terzino), potrebbe tornare nel ruolo che lo ha visto fare bene a Verona. Con lui e Iago Falque, l’equilibrio tattico lo darebbe lo spagnolo. Iturbe, sfruttando l’abilità nel palleggio di Dzeko, potrebbe così agire da seconda punta vicino al bosniaco. Un po’ quello che faceva con Toni in gialloblù, dove l’assetto di partenza era, come nella Roma, il classico 4-3-3 con Jankovic che però in fase di non possesso palla si abbassava trasformandolo in 4-4-2. Gennaio si avvicina: se Iturbe c’è, è il momento che batta un colpo.