(S. Carina) – Parlare in questo momento di abbondanza a Trigoria sembra quasi una provocazione. Salah nella più rosee delle aspettative tornerà disponibile il 13 dicembre contro il Napoli; Gervinho – notizia di ieri – sarà out per tre settimane; Totti è fermo dal 26 settembre; Strootman nonostante il recupero post-operatorio proceda per il meglio non tornerà prima della fine di gennaio. Eppure c’è un reparto, il centrocampo, che finalmente è (quasi) al completo. Nel tour de force che attende la Roma fino a Natale (7 gare in meno di un mese) l’unico settore dove Garcia potrà attuare un minimo di turnover (insieme alla possibilità di scelta sul terzino destro) è proprio la mediana.
QUESTIONE DI PRIORITÀ Con il rientro di Keita già avvenuto nel finale del derby (e la possibilità per il maliano di allenarsi con continuità nella sosta per le nazionali), la ‘scoperta’ di Vainqueur e il recupero di De Rossi, il tecnico francese ha a disposizione cinque uomini (sei, se si considera anche Uçan) per tre maglie. Aspettando Strootman, nel gioco delle coppie – considerando il 4-3-3 come modulo di partenza – Keita si sposa con De Rossi, Nainggolan con Vainqueur e Pjanic con Uçan. Nel primo miniciclo di tre gare che vedrà la Roma impegnata sabato a Bologna, martedì a Barcellona e domenica 29 con l’Atalanta, sarà fondamentale capire come Rudi vorrà giostrare le forze. De Rossi ha smaltito il problema all’adduttore della coscia sinistra che non gli ha permesso di giocare 3 delle ultime 4 gare. Da mercoledì è in gruppo e oggi sarà convocato. Al momento è in ballottaggio (ma favorito) con Keita. È una questione di priorità: nell’ottica della Roma, quale gara tra la trasferta in Emilia e quella in Catalogna viene ritenuta più importante? Tenendo in considerazione gli obiettivi stagionali, non ci sarebbero dubbi a favore della prima anche perché un eventuale pareggio al Camp Nou cambierebbe poco (o nulla) nella classifica del girone europeo, rendendo comunque decisiva l’ultima gara interna con il Bate Borisov. La palla passa a Garcia che sa di poter contare nelle eventuali rotazioni su un Vainqueur in più che ha però confermato contro la Lazio di trovarsi più a suo agio nel 4-2-3-1 che nel 4-3-3. Modulo che all’occorrenza troverebbe ora la quadratura alzando Pjanic nel ruolo di trequartista, benché ultimamente Garcia preferisca far giocare in quella posizione Falque, più abile in marcatura sul portatore di palla avversario.
TOCCA A EDIN Quale siano il modulo e la mediana, una cosa è certa: con le assenze di Salah e Gervinho, il peso dell’attacco passa sulle spalle di Dzeko. Sinora l’impressione è che sia stato più Edin a mettersi a disposizione della squadra che il contrario. Ma come ama ricordare il centravanti, «non importa il lavoro che faccio, io devo segnare i gol, questo è il mio lavoro». E questo è anche il momento di prendersi la squadra sulle spalle a suon di reti decisive. Magari sfatando un mini-tabù personale: in campionato infatti non segna tra il 20 novembre e il 20 dicembre addirittura da 5 anni. L’ultima volta militava ancora con il Wolfsburg, poche settimane prima di trasferirsi in Premier League.