(A. Serafini) – Prendete un derby, datelo a Tagliavento e avrete un mare di polemiche assicurate. Il fischietto di Terni è riuscito a sbagliare praticamente tutti gli episodi contestati. Bastano poco meno di 10 minuti per scatenare ogni tipo di interpretazione sul calcio di rigore assegnato alla Roma: Dzeko si divincola prendendo sul tempo Gentiletti, che allunga la gamba. A velocità normale il fallo sembra all’interno dell’area, ma le immagini dei replay immortalano il primo contatto tra i due almeno mezzo metro al di fuori della linea. Gli unici dubbi riguardano un secondo contatto più vistoso, questa volta dentro l’area, tra il ginocchio del difensore laziale e la gamba di Dzeko, successivo al pestone iniziale di Gentiletti: il nodo quindi rimane quale contatto sanzioni l’arbitro.
Il penalty viene comunque concesso così come il cartellino giallo sventolato a Gentiletti, che qualche minuto dopo si rende protagonista di un altro episodio questa volta contestato dalla Roma. L’argentino si lascia superare in velocità di Gervinho: la manata a trattenere l’ivoriano è vistosa, ci stava quindi il secondo giallo.
Sempre nel primo tempo la Roma si lamenta per un’entrata al limite di Biglia su Nainggolan, colpito da tergo al limite dell’area. Tagliavento fischia il fallo e non estrae il cartellino, mostrandolo al centrocampista argentino soltanto in seguito per un evidente calcione rifilato a Gervinho.
Nella ripresa, al 58′ Lulic non frena la corsa franando con lo scarpino sulla caviglia di Salah, costretto alla sostituzione. Anche in questo caso Tagliavento lascia correre senza prendere provvedimenti: ci stava l’espulsione. Sedato nel finale un accenno di rissa causata da una reazione di Radu su Florenzi, che a sua volta da terra risponde con un calcetto: l’arbitro decide di ammonire soltanto il laziale, mentre ci stava da regolamento anche la sanzione per il romanista.