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IL TEMPO Iturbe e la Roma, ultima chiamata

 Juan Manuel Iturbe
Juan Manuel Iturbe

(A. Serafini) Le lacrime sono ormai soltanto un ricordo passato, ma il sorriso vero, quello mostrato in un derby lontano appena 6 mesi fa, non è ancora tornato. Per riuscirci, Manuel Iturbe sarà costretto ad accelerare i tempi provando in tutti i modi a sganciarsi di quel «frigorifero» che lo stesso Sabatini colpevolmente (insieme alla stampa) ritiene di avergli agganciato addosso. Le cicatrici dell’estate infatti sembrano soltanto aver incrinato ulteriormente le certezze dell’attaccante argentino, finito in una spirale di aspettative che lo avevano condotto a Roma in cima alla lista dei giocatori più pagati nella sessione del mercato italiano appena un anno e mezzo fa.

Una prima stagione travagliata tra le difficoltà della squadra, un infortunio di troppo e qualche timido segnale di rinascita che a Trigoria speravano potesse esplodere dopo quel tocco decisivo nel derby e nella decisione di non stringere la mano a Preziosi per lascarlo imbarcare sul primo aereo per Genova.

Sabatini ci ha pensato una notte intera prima di chiedere scusa a tutti e trattenerlo ancora nella capitale, convinto che Iturbe avrebbe ingranato nuovamente la marcia sfruttando le enormi potenzialità che la Roma intera continua a riconoscergli.

Ora dopo 12 giornate di campionato e una bella fetta di girone europeo alle spalle, le cose non sono cambiate più di tanto: la faccia scura nell’esultanza dopo il primo e unico gol messo a segno a Frosinone assomigliava tanto a quella mostrata al ds nei giorni in cui si stava discutendo del suo passaggio in rossoblù. Probabilmente una mancanza di fiducia generale avvertita in modo più evidente anche da parte di Garcia, che finora è riuscito a fargli collezionare 12 presenze, ma soltanto in 228 minuti complessivi. D’altronde non sono mancate le stesse prestazioni poco convincenti di un anno fa, dettate più che altro dalla voglia di dimostrare il proprio valore a scapito dell’equilibrio di squadra e della comprensione del momento della gara.

Elementi che lo hanno rispedito continuamente in panchina alle spalle della concretezza di Salah, della nuova esplosione di Gervinho e dell’intelligenza tattica di Iago Falque. Il destino però è pronto adesso a concedergli un’altra occasione, aperta dall’infortunio dell’esterno egiziano e quindi dalla necessità del tecnico di dover puntare sulle alternative prima della sosta natalizia.

Quaranta giorni di tempo circa per «tornare bambino e giocare più libero», giusto per dirla alla Sabatini. La società nel frattempo, gli ha rinnovato la fiducia aspettando quella che sembra essere già un’ultima possibilità, prima che il ventiduenne decida di salire nei piani alti di Trigoria e chiedere ai dirigenti una cessione nel prossimo gennaio. Ipotesi che il ds vuole continuare a scartare, evitando di non dare seguito alle chiamate già arrivate da parte di 3 club italiani (Torino, Genoa su tutte) pronte ad aprirgli le porte. Nel frattempo Iturbe sarà costretto a convogliare le enormi energie messe in allenamento anche sul campo: i consigli di De Rossi non sono mai mancati, anche quando qualcuno si lamentava per qualche eccesso di foga e un’entrata al limite durante le partitelle settimanali. Nello specifico il gruppo non lo ha mai scaricato, casomai spinto (come suggerito ultimamente anche da Maicon) nel gestire le risorse con più lucidità. Altrimenti almeno per il resto della stagione le strade saranno costrette a dividersi: scenario che, finché ce ne sarà la possibilità, entrambe le parti vorrebbero ancora evitare.

 

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