(E. Menghi) Pallotta ha riposto la bandiera nell’armadio e svuotato la valigia piena: il viaggio a Roma è saltato, il derby lo guarderà in tv, non dalla tribuna dell’Olimpico, né tantomeno dalla curva vuota. Il presidente giallorosso era atteso nella capitale entro stasera, ma ha dovuto annullare il volo per ultimare il dossier finale sul nuovo stadio, da consegnare in Regione per l’approvazione definitiva del progetto. «Jim» ha una serie di importanti riunioni organizzate nella sua Boston per completare le carte che già la prossima settimana, o al più tardi in quella successiva, dovrebbero essere presentate in Campidoglio. Il Comune farà una verifica sommaria, poi sarà la Regione a metterci le mani. Da lì passa l’ok definitivo, che per legge dovrebbe entro sei mesi. In primavera Pallotta spera di vedere la prima pietra ben salda sul terreno di Tor di Valle, ma non sarà facile. Il blitz a Roma è stato posticipato a data da destinarsi, ma James sa che da cinque lunghi mesi non si fa vedere dalle parti di Trigoria (l’ultima volta per la conferma di Garcia in panchina) e conta di tornare nelle prossime settimane. Salvo sorprese last minute, possibili per chi ha un jet privato con cui volare da un continente all’altro, non sarà tra i pochi spettatori dell’anomalo derby senza i tifosi più caldi, in protesta con quel Gabrielli che ieri ha avuto da ridire anche su come è stata pensata la curva del nuovo stadio: «Esiste una disposizione per cui i settori non possono essere superiori alle 10 mila unità. Mi sembra complicato in un impianto con una capienza di 60 mila posti che ci sia una curva di 14 mila. La faranno a castello». Non è su questo che Pallotta sta lavorando negli States, perché il disegno non sarà rivisto: la futura Sud sarà divisa in due anelli e sarà, perciò,sulla carta perfettamente in regola.